La corruzione del simbolo e il «tradimento» dell'educazione. La pedagogia nera e la «chiamata» dell'inconscio
La vulnerabilità e la debolezza umana sono il luogo in cui si manifesta la “fragile potenza” dell'essere. Il simbolo, nella sua accezione più profonda, considerato come evento, come incontro autentico con l’altro, come espressione cognitiva che facilita l’astrazione ma, anche, come manifestazione dell’inconscio che offre una traiettoria verso una più profonda consapevolezza di sé, aiuta a trascendere i limiti posti dalla stessa vulnerabilità umana, invita a esplorare orizzonti sconosciuti, spinge a ritrovare la “scintilla indomita” dell’anima. Liberarsi dalle proprie “ombre”, ribellarsi a quelle forme coercitive che abbiamo subito sin dall’infanzia (fisiche o psicologiche) e che hanno tentato di svilire la nostra stessa anima, significa intraprendere quel percorso di cura educativa per difenderci dal valore delle mistificazioni e dire, come l’uomo in rivolta camusiano, di no. Dire di no a sistemi totalitari; dire di no anche a chi, “nel nome del bene”, cerca di annichilire l’altro. Si tratta di ricercare quelle forme, direbbe Massimo Recalcati, di umanizzazione della vita che sono espressione di quella vocazione intrinseca dell’uomo che aspira alla libertà e alla giustizia...
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Anno edizione:2025
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In commercio dal:1 gennaio 2025
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