Il Credo. Commento al simbolo liturgico della fede
«Il Dio della rivelazione cristiana […] non è un ente impersonale, un assoluto senza volto, indifferente alle sorti degli umani. Il monoteismo dei cristiani non è quello dei filosofi, né si confonde con il monoteismo riduttivo di tradizioni religiose quali il giudaismo e l’islam, le quali, pur riconoscendo il Dio vivente e personale dell’Antico Testamento, non ammettono che questo Dio-persona possa distinguersi dalla sua essenza assoluta e, per così dire, uscire dalla sua solitudine per trascendere l’unicità di una persona singolare. La pienezza della rivelazione appartiene al Nuovo Testamento: il Figlio di Dio si è incarnato e ci ha resi capaci di ricevere lo Spirito Santo che procede dal Padre. L’unico Dio personale del cristianesimo è una tri-unità di persone. Per questo il Cristo risorto inviò i suoi discepoli “per ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il credo della Chiesa è la spiegazione di questa formula battesimale» (V. Lossky).
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Anno edizione:2025
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