Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale. Antologia del «Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria» (1863-1912)
Fra l'Unificazione, la guerra di Libia e poi il primo conflitto mondiale, la polizia italiana pose le proprie basi organizzative e istituzionali. Lungo tutto quel mezzo secolo, le sue attività furono 'accompagnate' dalle pagine di una rivista, ininterrottamente edita per cinquant'anni. Si trattava del "Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e di polizia giudiziaria". La rivista, pensata, voluta e a lungo diretta da Carlo Astengo, era indirizzata ai funzionari e alle guardie dell'allora piccolo corpo di polizia. Attraverso la sua lettura, i poliziotti potevano informarsi attorno alle principali norme amministrative regolanti il servizio. Avrebbero anche conosciuto meglio la società che dovevano controllare, le sue trasformazioni e le sue sfide all'ordine dell'Italia liberale. Infine, elemento non secondario, potevano leggere e partecipare ad una pubblica discussione circa l'assetto, l'ordinamento e le finalità della polizia. Perché uno degli scopi del periodico, firmato dalle migliori menti fra quelle dei poliziotti del tempo, era la necessità tanto di conoscere e far conoscere quanto di gestire e riformare la polizia dell'Italia liberale.
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Anno edizione:2015
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