(Caravaggio, Bergamo, 1480/1500 ca - dopo il 1557) scrittore italiano. Poco sappiamo della sua vita; fu a Venezia dal 1530 al 1540. Ha lasciato un canzoniere (Sonetti, strambotti, epistole e capitoli, 1508) di imitazione petrarchesca, di scarso interesse, e Le piacevoli notti (I libro, 1550; II libro, 1553), una raccolta di 75 novelle che s’immaginano narrate nell’isola di Murano per tredici notti, durante il carnevale, da una brigata di commensali, della quale, nel II libro, fa parte anche P. Bembo. Il successo del I libro fece sì che S. approntasse alla svelta il II, saccheggiando le novelle in latino del napoletano G. Morlini e altre fonti. L’importanza delle Piacevoli notti sta nell’introduzione dell’elemento fiabesco. Racconti immaginosi si trovano nella «cornice» che lega le novelle; e favole e racconti di tono popolare s’alternano a narrazioni di tipo tradizionale nel testo, anche se si tratta più di un’assunzione di contenuti che di una cosciente riscoperta del mondo favolistico. Fatta eccezione per questa novità tematica, S. resta un narratore modesto, privo di finezza psicologica, incapace di proporre una scrittura omogenea e personale; anche se non va trascurato il suo tentativo di contrapporsi alla maniera toscaneggiante con l’assunzione sporadica di registri dialettali (due novelle, la V, 3 e la V, 4, sono scritte rispettivamente in bergamasco e in pavano).