Zehra Dogan è nata nel 1989 a Diyarbakir, in Turchia. Si è laureata alla Dicle University’s Fine Arts Program di Ankara e ha cofondato la prima agenzia stampa costituita unicamente da donne, JINHA, per la quale ha lavorato finché non è stata chiusa da un decreto governativo. Nel corso di questi anni è stata insignita di diversi premi, come il Metin Goktepe Journalism Award (2015) e, recentemente, il premio Exceptional Courage in Journalism Award (2019). Nel periodo del conflitto nelle aree curde della Turchia, Dogan ha raccontato la guerra nelle città interessate dal coprifuoco come Cizre e Nusaybin, zone in cui la presenza dei giornalisti era bandita dal governo nazionale. Nel luglio 2016 è stata imprigionata a Mardin. A seguito di un processo, nel marzo 2017 è stata condannata a scontare 2 anni 9 mesi e 22 giorni di carcere per “propaganda terrorista” a causa dei suoi scritti giornalistici e di un acquerello. Il 23 ottobre 2018 un prelievo forzato ha condotto l’artista dalla prigione di Diyarbakir a quella a più alta sicurezza di Tarso. L’opera di Zehra Dogan è stata esposta nell’agosto 2016 in Francia al Douarnenez Film Festival e nel 2017, in attesa del processo dopo la prima detenzione, ha organizzato una mostra a Diyarbakir dal titolo 141 esponendo i dipinti realizzati in prigione. L’8 ottobre 2018, in occasione del’84 International PEN Congress in India, Zehra Dogan diviene un membro onorario dell’associazione in absentia. Dal 2019 le opere incluse in 141 e altri lavori realizzati in carcere sono stati esposti a Milano, a Brescia e in altre città d’Europa.