(Bologna 1859-1931) commediografo italiano. Giovanissimo, cominciò a pubblicare bozzetti e cronache cittadine; poi collaborò al «Capitan Fracassa» e fu redattore del «Resto del Carlino». Il suo teatro (una quarantina di commedie, in dialetto bolognese e in lingua) ritrae con arguzia o con vena comico-sentimentale la vita di tutti i giorni, tipi e casi comuni o stravaganti. Fra le commedie dialettali si ricordano Insteriari (1881), Scuffiareini (1882), I Pisuneini (1883), Acqua e ciaccher (1899), El noster prossum (1910). Fra quelle italiane ottenne un vasto successo, grazie all’interpretazione di E. Zacconi, Il cardinale Lambertini (1905), un lavoro che, con abilità e sicurezza di mestiere, «storicizza» la proverbiale bonomia emiliana attraverso la figura del noto prelato del Settecento (il futuro Benedetto XIV). Si ricordano anche i salaci e popolarissimi Sonetti della sgnera Cattareina (1900 e 1917) e un libro di Ricordi di teatro (1923).