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Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite
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Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite - Federico Rampini - ebook
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tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite
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Descrizione


Il mondo sembra impazzito. Stagnazione economica. Guerre civili e conflitti religiosi. Terrorismo. E, insieme, la spettacolare impotenza dell'Occidente a governare questi shock, o anche soltanto a proteggersi. Senza una guida, abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme. Alla paura si risponde con la fuga all'indietro, verso l'isolamento da tutto il male che viene da «là fuori» e il recupero di aleatorie identità nazionali. Globalizzazione e immigrazione sono i due fenomeni sotto accusa. Il tradimento delle élite è avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto ciò che è sovranazionale, a tutto ciò che unisce al di là dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. Il triste bilancio è quello di aver reso i figli più poveri dei genitori. Il tradimento delle élite si è consumato quando abbiamo difeso a oltranza ogni forma di immigrazione, senza vedere l'enorme minaccia che stava maturando dentro il mondo islamico, l'ostilità ai nostri sistemi di valori. Quando abbiamo reso omaggio, sempre e ovunque, alla società multietnica, senza voler ammettere che questo termine, in sé, è vuoto: non indica il risultato finale, il segno dominante, il mix di valori che regolano una comunità capace di assorbire flussi d'immigrazione crescenti. E il tradimento è continuato praticando l'autocolpevolizzazione permanente, un riflesso pavloviano ereditato dall'epoca in cui «noi» eravamo l'ombelico del mondo: come se ancora oggi ogni male del nostro tempo fosse riconducibile all'Occidente, e quindi rimediabile facendo ammenda dei nostri errori. In questo acuto pamphlet di denuncia - inclusa un'autocritica sul ruolo dei media - Federico Rampini indica le possibili vie d'uscita: un'economia liberata dai ricatti delle multinazionali e dei top manager; un'immigrazione governata dalla legalità e nella piena osservanza dei nostri princìpi; una democrazia che torni a vivere della partecipazione e del controllo quotidiano dei cittadini; e, infine, un dibattito civile ispirato all'obiettività e al rispetto dell'altro, non ai pregiudizi, all'insulto e alla gogna mediatica dei social.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
204 p.
Reflowable
9788852077401

Valutazioni e recensioni

graziella sorrentino
Recensioni: 5/5

Federico Rampini spiega in termini chiari e precisi perché il mondo occidentale sembra che non riesca a trovare una via di uscita dalla stagnazione economica, dall’impotenza per i vari conflitti che ci sono nel mondo e perché non ha funzionato il “modello occidentale” nei paesi in via di sviluppo. È solo colpa di noi occidentali se le Nazioni sono in conflitto una con l’altra? E sempre colpa di noi occidentali se la quasi totalità della società musulmana è allo sbaraglio? Siamo sempre noi occidentali che abbiamo la soluzione ad ogni problema? O dobbiamo porci altre domande? Un racconto che apre una piccola finestra su ciò che è accaduto al mondo di ieri e di oggi.

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Recensioni: 4/5

Sono molti i saggi usciti negli ultimi anni che cercano di analizzare il mondo contemporaneo nell'ultimo quarto di secolo, quel periodo di tempo intercorso dalla conclusione del 'secolo breve' nel 1991, quando il mondo bipolare emerso dalla seconda guerra mondiale andò in frantumi favorendo un cambiamento drastico degli equilibri mondiali che ha mutato in maniera notevole il mondo in cui siamo cresciuti. Federico Rampini, giornalista italiano naturalizzato statunitense ci offre la sua chiave di lettura concentrando la sua attenzione sulle aspettative tradite di questi ultimi anni. L'autore, che ha una lunga esperienza giornalistica e vive in una realtà cosmopolita che gli permette di avere una visione d'insieme di tipo cosmopolita cerca di individuare le cause delle delusioni della globalizzazione da Rampini identificate nel tradimento delle élite che, lungi dal rendere universali i vantaggi del nuovo ordine mondiale hanno approfittato delle opportunità per loro esclusivo profitto, divenendo sempre più ricche a danno della maggioranza dei cittadini che percepiscono la globalizzazione come una minaccia per il proprio benessere. Questa percezione di un peggioramento delle aspettative è una triste novità che caratterizza le nuove generazioni che temono di avere una vita meno agiata dei propri genitori e nonni, in una spirale discendente che era aliena alle precedenti generazioni del dopoguerra. E non solo i giovani, ma in generale ogni cittadino occidentale percepisce questo sentimento di progressivo peggioramento delle proprie condizione a favore delle élite. Un senso di declino e malessere acuito dalla minaccia di marginalizzazione dovuta alla crescente immigrazione. Il tradimento delle élite avviene anche nel non aver saputo comprendere la profonda ostilità di una parte del mondo islamico e di aver saputo prevedere e combattere la minaccia che ne scaturisce. Il terrorismo islamico, la Brexit e il fenomeno Trump (il libro è andato in stampa prima della sua elezione) sono vari esempi di reazioni e conseguenze di questa situazione di tradimento. Mala tempora currunt, Rampini propone un'analisi interessante delle cause e offre la sua chiave di lettura sulle possibilità di una cura per il futuro. L'autore si focalizza sulla realtà americana, ma non trascura la realtà europea e italiana. Un libro interessante, dallo stile giornalistico asciutto ed efficace, che consiglio a ogni lettore, anche se potrebbe risultare indigesto a quegli ambienti 'arrabbiati' che l'autore descrive. Rampini infatti non nasconde che a tradire sia stata anche l'intellighenzia di cui lui stesso fa parte.

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Gabriela Blanco
Recensioni: 5/5

Acquisto i libri di Rampini appena escono già da alcuni anni e appena visto "Il tradimento" il libreria me lo sono subito comprata. Trovo che Rampini sia una eccellenza tra i giornalisti italiani, sia per come scrive sia per come approfondisce le tematiche affrontate. Non c'è mai un unico argomento nei suoi saggi e questo non fa eccezione. Tuttavia ogni scorcio della società che indaga ha un collegamento con gli altri inclusi nel tema del titolo: il tradimento. Rampini non è mai autoreferenziale e mette in discussione anche se stesso e la categoria professionale a cui appartiene. Personalmente, a prescindere dal fatto che si condivida o meno la sua visione, trovo istruttivo la lettura di questo saggio (come anche degli altri suoi precedenti lavori) perché contengono anche numerosi studi e fonti a cui accedere anche i autonomia.

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Federico Rampini

1956, Genova

Scrittore e giornalista italiano, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI. In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università...

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