La coperta di Dio

Cosa c’entra la marcia nel deserto della Palestina di due uomini impauriti e disillusi a pochi giorni dalla morte di Cristo, con il ritrovamento, quasi duemila anni dopo, di nove misteriosi scheletri in un paesino dell’appennino emiliano? E come sono legate le ricerche di un fisico geniale nella Trieste del 1944 alla vita scialba di un maresciallo della Forestale vissuto trent’anni dopo? La Coperta di Dio intreccia tre differenti piani narrativi per raccontare un’unica, avvincente, storia. Una storia che ha a che fare con le grandi domande dell’uomo: il rapporto con un Dio fatto carne che, apparentemente, si nasconde all’umanità e il significato della presenza umana nell’universo infinito, in una microscopica bolla spazio-temporale chiusa come un acquario. Nella primavera del 1944, Dante Acquaderni, ricercatore di Fisica, riesce a invertire l’equazione di Einstein, ricavando materia da energia, ma una parte dell’energia non si riconverte in materia e pare volatilizzarsi. Per comprendere cosa stia accadendo, occorre spostarsi trent’anni più tardi, quando nel 1972 a Sermello vengono ritrovati nove scheletri in una sepoltura comune, tutti con la medesima microstruttura ossea. È qui che arriva Mario, portando con sé il diario del padre. Le pagine ingiallite del 1945, recano un racconto incredibile: un uomo, congiungendo due anelli, ha rallentato il tempo. La ricerca degli anelli travalica la capacità di rallentare il tempo, che i magneti posseggono, e conduce a una verità che va oltre qualsiasi immaginazione, la conferma di un patto antico e dimenticato fra Dio e l’uomo.