L' Eneide di Virgilio, del commendatore Annibal Caro - Publius Vergilius Maro - copertina
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L' Eneide di Virgilio, del commendatore Annibal Caro
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In 4to (mm. 199x138). Pp. [6], 556, [4]. Segnatura: π4A-Z8 AA-LL8 MM6†2. Manca la carta bianca π4. Marca tipografica al frontespizio contenente lo stemma Medici-Cappello (esistono esemplari con il titolo ricomposto recante al centro lo stemma del dedicatario cardinale Alessandro Farnese). Errata corrige alle carte †1 e †2. Legatura di fine Settecento in mezzo marocchino rosso con punte, dorso a cinque nervi con fregi in oro, tassello in marocchino verde e titolo in oro, piatti ricoperti di carta rossa, risguardi marmorizzati. Etichetta della Libreria Mediolanum sul contropiatto anteriore; nota manoscritto al verso del risguardo anteriore “1803” e più sotto “144”; altra nota “5 tt” al risguardo posteriore. Piccoli restauri all'angolo superiore esterno del frontespizio e alle ultime due carte, a tratti lievemente brunito e fiorito, ma nel complesso esemplare fresco e genuino. PRIMA EDIZIONE, uscita postuma per le cure del nipote dell'autore Lepido Caro, che firma anche l'epistola dedicatoria al cardinale Alessandro Farnese in data Roma, 4 febbraio 1581, di questa celebre traduzione italiana in endecasillabi sciolti dell'Eneide di Virgilio. Il manoscritto del volgarizzamento era stato inviato a Venezia per la stampa già nel 1576, ma la peste ne ritardò la pubblicazione per alcuni anni. Nel frattempo il nipote Giovanni Battista venne a morte e toccò all'altro nipote Lepido di riprendere le trattative con gli editori ed ottenere che l'opera dello zio vedesse finalmente la luce. Annibal Caro, originario di Civitanova Marche, studiò a Firenze, dove conobbe Benedetto Varchi. Entrato successivamente al servizio dei Farnese, poté godere di un vitalizio e di benefici tali da assicurargli una vita tranquilla e da permettergli di dedicarsi senza altri problemi ai suoi interessi letterari. La fama del Caro è soprattutto legata alla sua celebre traduzione in versi sciolti dell'Eneide (1581), che rimase un classico per diversi secoli. Nella riuscita commedia Gli Straccioni (1582) egli raffigura in modo fedele la società romana della metà del secolo. Caro lasciò il servizio presso i Farnese nel 1563, passando gli ultimi anni ritirato in una piccola villetta a Frascati, dove curò l'edizione delle sue lettere e rifinì la traduzione dell'Eneide. Edit 16, CNCE28541; Gamba, nr. 1741; Camerini, p. 462, nr. 9; Mambelli, 800.

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<p>In 4to (mm. 199x138). Pp. [6], 556, [4]. Segnatura: π<sup>4</sup>A-Z<sup>8</sup> AA-LL<sup>8</sup> MM<sup>6</sup>†<sup>2</sup>. Manca la carta bianca π4. Marca tipografica al frontespizio contenente lo stemma Medici-Cappello (esistono esemplari con il titolo ricomposto recante al centro lo stemma del dedicatario cardinale Alessandro Farnese). <em>Errata corrige</em> alle carte †1 e †2. Legatura di fine Settecento in mezzo marocchino rosso con punte, dorso a cinque nervi con fregi in oro, tassello in marocchino verde e titolo in oro, piatti ricoperti di carta rossa, risguardi marmorizzati. Etichetta della Libreria Mediolanum sul contropiatto anteriore; nota manoscritto al verso del risguardo anteriore “1803” e più sotto “144”; altra nota “5 tt” al risguardo posteriore. Piccoli restauri all'angolo superiore esterno del frontespizio e alle ultime due carte, a tratti lievemente brunito e fiorito, ma nel complesso esemplare fresco e genuino.</p> <p>PRIMA EDIZIONE, uscita postuma per le cure del nipote dell'autore Lepido Caro, che firma anche l'epistola dedicatoria al cardinale Alessandro Farnese in data Roma, 4 febbraio 1581, di questa celebre traduzione italiana in endecasillabi sciolti dell'<em>Eneide</em> di Virgilio. Il manoscritto del volgarizzamento era stato inviato a Venezia per la stampa già nel 1576, ma la peste ne ritardò la pubblicazione per alcuni anni. Nel frattempo il nipote Giovanni Battista venne a morte e toccò all'altro nipote Lepido di riprendere le trattative con gli editori ed ottenere che l'opera dello zio vedesse finalmente la luce.</p> <p>Annibal Caro, originario di Civitanova Marche, studiò a Firenze, dove conobbe Benedetto Varchi. Entrato successivamente al servizio dei

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L' Eneide di Virgilio, del commendatore Annibal Caro

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