Falsa guerra
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Descrizione
Un attivista in fuga da un paesino di campagna, una famiglia in vacanza al mare, una coppia che si perde fra i corridoi del Louvre, un barbiere di periferia, uno scrittore in cerca di una storia. Gli uomini e le donne di questo romanzo sono naufraghi sulla terraferma incagliati in una zona di confine. Si muovono in una specie di limbo, nella perenne sospensione fra realtà e desiderio, passato e futuro, fra il paese che si sono lasciati alle spalle e quello in cui – nell'eterna speranza di una promessa, di un nuovo inizio o semplicemente di una tregua – hanno deciso di stabilirsi. Alcuni vogliono andarsene ma non ci riescono, altri se ne sono andati ma è come se non fossero mai partiti. Perché, in fin dei conti, cosa significa espatriare? Perdere un territorio o guadagnarne uno nuovo? Che si trovino ancora a Cuba, negli Stati Uniti, in Messico, in Francia o in Germania, i protagonisti sono come paralizzati sulla frontiera di un mondo a cui non appartengono del tutto. Con una prosa visuale, simbolica, e uno stile incalzante, Carlos Manuel Álvarez dà forma a un mosaico di storie, un romanzo corale che racconta lo sradicamento, l'amicizia e la solidarietà con grande finezza ed empatia.
Valutazioni e recensioni
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Dopo l'interessante "Cadere" del 2020, questo nuovo romanzo di Alvarez ripropone il difficile equilibrio dei "naufraghi sulla terraferma incagliati in una zona di confine". Cuba è lontana: rimane il ricordo, la malinconia, ma non la rassegnazione. Romanzo corale con storie minimaliste. Stile gradevole ma contenuti poco ispirati. Il racconto non decolla mai e si arena, come i naufraghi di cui narra le vicende.