Il fascino delle solitudini
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Ho acquistato il libro su suggerimento di una ragazza che si occupa di Libroterapia. Senza troppi giri di parole, non mi è piaciuto: una di quelle rare volte in cui alla chiusura dell'ultima pagina sento che non mi è rimasto niente, non un sentimento positivo, ma solo la sensazione che mi sia sfuggito qualcosa oppure l’autrice non abbia saputo comunicare efficacemente dove volesse andare a parare. Si tratta di un insieme di racconti o episodi della vita di Annie Vivanti che dovrebbero avere la solitudine come filo conduttore, anche se mi è parsa una forzatura. In realtà penso siano stati usati come pretesto per condividere le proprie considerazioni su vari aspetti della vita, lasciando però la sensazione di aver letto un insieme di bozze che non hanno mai avuto il coraggio di diventare dei libri fatti e finiti. L’ultimo racconto, poi, è stata la ciliegina sulla torta, presentato come un tenero omaggio al celebre Giosuè Carducci, al quale Vivanti dedica un quadro non troppo lusinghiero, descrivendolo bonariamente come un uomo collerico, maleducato e pure antipatico.