“Questo libretto continua un discorso che, iniziato nel volume dedicato alle impugnazioni, è andato avanti ne ‘La piccola frase di Mortara’ e, soprattutto, in ‘Regola e giudizio’. In due parole ho cercato di dar voce ai motivi che mi hanno portato ad afferrare il senso profondo della concezione cd. imperativistica del diritto e a collocarla nel posto che le spetta in un personale scaffale delle idee. Insistito su quest'ultima parola, perché è in quest' ottica che considero, riconoscendole un ruolo centrale, la teoria richiamata. Se cerco di ragionare, invece, in termini che, per intenderei, chiamerò dommatici, resto fermo alla tesi secondo la quale è la forma del giudizio ipotetico a fotografare la struttura di ogni pensabile norma: naturalmente mi riferisco a norme precettive, anche se con opportuni aggiustamenti le cose non cambiano molto quando si tratti di norme cd. tecniche. Ma non allontaniamoci dal perimetro tracciato: diritto come imperativo, appello rivolto a uno o a più, tanti, destinatari…” (L’autore)
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Anno edizione:2017
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In commercio dal:19 aprile 2017
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