Le forme sonore di un’economia creativa. Il mercato musicale a Napoli in età moderna (secc. XVII-XIX)
Il dibattito sulla relazione esistente tra creatività, cultura, economia e tecnologia, ovvero l’abilità di creare e far circolare capitale intellettuale in grado di generare guadagno, nuovi posti di lavoro e di promuovere inclusione sociale, diversità culturale e sviluppo umano, si fa sempre più globale e sempre più interessante. Creatività e innovazione sono forze in grado di trasformare il mondo e i Paesi che concentreranno su queste due risorse i propri sforzi saranno quelli in grado di espandere maggiormente le proprie economie, creando più investimenti, più profitti, più occupazione.È quanto accadde a Napoli, una delle più grandi capitali della cultura europea, tra età moderna e contemporanea, con il potenziamento della tipica economia creativa partenopea, quella prodotta nelle botteghe artigianali e in quelle armoniche, nelle copisterie e nelle stamperie, nei conservatori musicali e nelle cappelle, nei teatri e nelle sale private, negli spazi urbani e nel mare, in tutte le occasioni di festa vicereali e popolari: un trionfo di creatività, di intraprendenza produttiva e finanziaria, di viaggi e di confronti culturali, di inclusione e partecipazione a più livelli sociali.
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Anno edizione:2022
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