Quanto è cambiato il "panorama italiano negli ultimi anni " ? Cosa vuol dire nascere e crescere oggi in Italia ? Cosa vuol dire avere trent'anni oggi? Raffaella Silvestri, con una maestria unica attraverso la Storia di Anna , una ragazza "trent'enne di oggi" , riesce in modo straordinario a spiegare la realtà odierna in cui oggi le generazioni dell'Italia si trovano a vivere. Anna è figlia di un passato dove la borghesia era il vero motore di crescita economica italiana, dove agli Italiani "piaceva fare bella figura e non soltanto sopravvivere". "Loro, i figli, che avevano avuto tutto, i mezzi che i genitori non si sarebbero mai sognati , alla loro età, Avevano avuto tutto , tranne un paese in cui vivere. " I trentenni di oggi sono una generazione in decrescita , che invece di vivere , vivacchia in un Italia bloccata , dove entusiasmo e volontà si sono sostituiti a depressione , stress ed a una continua guerra con se stessi . Anna con la sua storia , attraverso un passato traumatico e un futuro incerto ci mostra la fragilità e le incertezze che le generazioni di oggi si trovano ad affrontare in un paese come il nostro , al momento privo di futuro . Siamo muti nei confronti di un paese sordo al quale basterebbe solo "rendere" un po' di speranza per poter rifiorire. Un libro che merita di essere letto e approfondito sotto ogni aspetto .
La fragilità delle certezze
Una delle voci più raffinate del panorama letterario italiano. Una storia intensa sulla rinascita dei sogni di una generazione che non ha più niente da perdere.
Milano. Anna ha trent'anni e da sempre si sente fuori posto - in famiglia, all'università, nelle sue difficili relazioni sentimentali. Eppure è tenace nell'andare avanti, e ora è riuscita ad avviare una startup di successo. Teo è il socio di Anna, un trentenne che sembra aver avuto tutto dalla vita e che però, dopo una carriera rampante, ha abbandonato la competitività esasperata dell'alta finanza. Tra loro c'è una certa elettricità, ma anche una distanza incolmabile. Fino a quando devono affrontare insieme il tracollo economico della loro impresa. E la loro personale battaglia si intreccia indissolubilmente con la Storia italiana, che ha dato tantissimo a una generazione ma ha tolto tutto alla successiva. Il passato e il futuro sono le due forze che tirano Anna e Teo ora verso la rassegnazione, ora verso quella pericolosa parola che è "speranza".
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:2
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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È un libro introspettivo quello che vi troverete tra le mani, leggendo la storia di Anna e Teo. Un libro che racconta il disagio di una generazione, quella dei trentenni di oggi, che è palpabile, tangibile. Anna è l'esempio perfetto di ragazza cresciuta in una Milano viva, luminosa, aperta e che, improvvisamente, dopo anni di studio e impegno, si ritrova a non sapere cosa fare della sua vita. Sembra quasi di entrare a Milano, essere avvolti nella nebbia e non capire più che direzione si stia prendendo. Si ha un po' l'impressione di ritrovarsi a girare in tondo senza mai riuscire ad arrivare ad un punto di svolta, a scorgere un raggio di sole che tagli quella nebbia. Non so se l'intenzione dell'autrice fosse proprio questa, magari per rendere ancora più chiaro il disagio di una generazione allo sbando, ma sicuramente tutto questo grigiore inficia sul piacere che la lettura dovrebbe di un romanzo dovrebbe darci. È quasi sicuramente un libro adatto ai trentenni che queste situazioni le vivono sulla loro pelle. E, quasi sicuramente, se lo avessi letto una decina di anni fa sarei riuscita ad apprezzarlo maggiormente. Adesso, appena compiuti quarant'anni, mi sento di dire che la Silvestri ha molto da dire, ma non a quella che è la mia generazione.
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Laura Failla 01 marzo 2017
Manca, in questo romanzo, è un po' di spessore, sia a livello di storia che di personaggi. La sensazione che mi ha accompagnata durante tutta la lettura è stata quella di essere sempre ferma allo stesso punto, come se le parole mi avessero incollata al pavimento, bloccata sempre allo stesso punto. I personaggi mancano di vita, tanto che si fa fatica ad entrare in sintonia con loro. Anna, soprattutto, riesce ad essere irritante ai limiti della sopportazione. È sicuramente un libro che si legge velocemente, complice uno stile, quello di Raffaella Silvestri, che aiuta la storia a fluire leggera. Ma, arrivati alla fine, ciò che rimane è una sensazione di pesantezza, di cupezza. Sembra quasi di entrare a Milano, essere avvolti nella nebbia e non capire più che direzione si stia prendendo. Si ha un po' l'impressione di ritrovarsi a girare in tondo senza mai riuscire ad arrivare ad un punto di svolta, a scorgere un raggio di sole che tagli quella nebbia. Non so se l'intenzione dell'autrice fosse proprio questa, magari per rendere ancora più chiaro il disagio di una generazione allo sbando, ma sicuramente tutto questo grigiore inficia sul piacere che la lettura dovrebbe di un romanzo dovrebbe darci. È quasi sicuramente un libro adatto ai trentenni che queste situazioni le vivono sulla loro pelle. E, quasi sicuramente, se lo avessi letto una decina di anni fa sarei riuscita ad apprezzarlo maggiormente. Adesso, appena compiuti quarant'anni, mi sento di dire che la Silvestri ha molto da dire, ma non a quella che è la mia generazione.
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