In 16 (cm 12 x 17), pp. (8) con 6 illustrazioni finali con riproduzioni di opere in bianco/nero e un ritratto fotografico iniziale dell'artista. Brossura editoriale. Catalogo della mostra con testo introduttivo di Amerigo Manzini, elenco delle opere e tavole finali. Conservato all'interno cartoncino con invito alla mostra. Gemma Vercelli (1916-1995), torinese, non frequento' accademie o scuole ma imparo' da suo padre l'arte dei colori. Eccetto brevi soggiorni a Nizza, Parigi e Londra, visse e lavoro' a Torino fino al 1960. La sua pittura e' idealista e allegorica, simboleggiando sentimenti, cicli della natura o mitologie attraverso i visi e corpi di donne eteree. "Dirompente per il mercato milanese fu la nascita della Galleria Bardi. Un primo elemento di discontinuita' nel contesto delle gallerie del periodo e nella stessa attivita' di Petro Maria Bardi, ex giornalista e gia' cofondatore della galleria Micheli di via Brera 7, era la questione dello spazio dove esporre quadri e sculture. Bardi era convinto che alle opere piu' moderne dovesse corrispondere un luogo architettonicamente evoluto per esporle. Un'idea nuova poi ripresa con maggiore congruenza dai fratelli Ghiringhelli per la Galleria del Milione. Un altro aspetto innovativo della galleria di Bardi riguardava la questione editoriale, ovvero lo spazio espositivo era aiutato da una reticolo di riviste, edizioni e cataloghi per favorire la vendita delle opere La galleria non abbraccio' una linea esplicitamente e coerentemente novecentista e quindi moderna, poiche' Bardi maturo' una altalenante strategia [...] sensibile alle richieste del pubblico" (Cfr. Paolo Rusconi, Via Brera n. 16. La galleria di Pietro Maria Bardi).
Leggi di più
Leggi di meno