Altra lettura della poetessa dei Navigli. Questa è una brevissima lettera indirizzata a Monsignor Ravasi, nella quale Alda restituisce di se stessa un'immagine di donna ormai sola, "vecchia e sfibrata" e poco furba. La vita inizia a pesarle sempre di più, il ricordo va al periodo trascorso in manicomio, in cui ella si era sentita veramente felice, perché libera di amare. La poetessa soffre il carnevale di maschere che si alternano intorno a lei, vorrebbe continuare a credere che "l'uomo sia una creatura divina", invece si rende conto che è solo una bestia: "Un grosso animale che rumina strane idee fino a fare anche di te un bel boccone da ingoiare con molta goduria." Lettera di "un angelo perso", smarritosi nella teatrale confusione del mondo. Merita una lettura.
Ho peccato anche di felicità
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Anno edizione:2007
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VERONICA CRISPINO 12 agosto 2019
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