Un volume imprescindibile per chi volesse avvicinarsi al Jung sposato dai fenomenologi, sposati in particolare del Centro Italiano di Psicologia Analitica di Roma. Ma "Jung dopo Jung" è una raccolta di saggi che va oltre il provincialismo delle scuole analitiche preoccupate di affermare la propria supremazia: è un libro che parla di una delle eredità di Jung – forse quella più clinica, ancorata alla psicologia della stanza di analisi – da una prospettiva aperta, simbolica; ancorata alla prassi, ma amplificandola con l'immaginazione. Letto prima di iniziare la formazione di psicoterapeuta, mi ha accompagnato per il resto del percorso, rivelando sempre nuove facce di un pensiero ricco e creativo. Affascinante per i novizi, necessario per gli iniziati. Comunque da leggere.
Jung dopo Jung. Saggi critici
"Io non ho mai rifiutato di bere il calice dolce-amaro della filosofia critica, ma l'ho sorbito con cautela, se non altro in refracta dosi (...) In tutti i casi la critica filosofica mi ha aiutato a comprendere il carattere soggettivo di confessione di ogni psicologia, anche della mia". In questo modo Jung individuava, nel 1929, uno dei punti più significativi del suo dissenso da Freud, secondo lui volutamente insensibile al coinvolgimento filosofico del pensiero psicoanalitico. A partire dal riconoscimento della sensibilità junghiana agli sfondi culturali, antropologici ed epistemologici che influenzano la nascita di ogni pensiero psicologico, i saggi raccolti in questo volume inseguono, nella vasta e piriforme opera junghiana, il pensatore inquieto, critico e aperto all'esperienza, lo psicologo lontano da ogni dogmatismo, il terapeuta consapevole che lo scopo di ogni psicoterapia non consiste nella scoperta o nella conferma di una qualche specifica teoria, ma nel riuscire a pensare psicologicamente, utilizzando la propria esperienza, in tutte le sue molteplici sfaccettature, come fonte e alimento del pensiero. In questi saggi si cerca un rapporto con il testo junghiano per individuare quelle linee minimali ma essenziali che consentono di stabilire, nel presente, una continuità con il modo junghiano di concepire lo psichico, tenendo nello stesso tempo in considerazione l'esplicito invito rivolto da Jung alla psicologia ad "adottare un linguaggio che vari con lo spirito del tempo".
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Anno edizione:2012
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J.K. 02 gennaio 2025Il post-junghismo romano
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