(Eatonville, Florida, 1901-60) scrittrice statunitense. Alla ricerca della propria identità di afroamericana, studiò antropologia alla Columbia University, a New York, dove entrò in contatto con i poeti e i romanzieri della Harlem renaissance, e pubblicò i primi racconti, rigorosamente fedeli, come poi il primo romanzo, ai canoni del movimento, nelle atmosfere esotiche e nel linguaggio fastosamente metaforico modellato sulla parlata dei neri. Ritornata nel Sud, luogo privilegiato della sua immaginazione, scrisse Con gli occhi rivolti al cielo (Their eyes were watching God, 1937), nel quale riuscì a trasferire potentemente sulla pagina l’incanto della tradizione orale. La storia di Janie, giovane donna nera alla ricerca di sé stessa e dell’amore, acquista forza e legittimazione dal linguaggio in cui è narrata, non più soltanto «esotico» o «antropologico», ma funzionale alla struttura narrativa e metaforica. Considerata a lungo un «personaggio» anticonformista e ribelle alle convenzioni del femminile sia bianche che nere (come documenta l’autobiografia Tracce di polvere su una strada, Dust tracks on a road, 1942, nt), è stata riscoperta recentemente come antropologa e soprattutto come narratrice.