Il conte di Montecristo

La felicità non ha mai una fine? L'invidia, accompagnata dal complotto, riesce sempre a far trionfare colui che la prova? La sofferenza e l'ingiustizia rendono migliori o peggiori? La vendetta, infine, dà senso di appagamento? La storia del Conte di Montecristo si sviluppa, a mio modo di vedere, intorno a questi quesiti, magari con cui siamo a che fare tutti i giorni. E poi ci si accorge che il male è stato sempre lì, solo che non si era pronti a vederlo.

Una volta iniziata la lettura si ha difficoltà a chiudere il libro. La sua mole potrà anche spaventare (1200 pagine non sono sicuramente poche!), ma la trama avvincente e l'ecletticità dei suoi personaggi (specialmente quella del Conte) rendono questa lettura appassionante e travolgente. Una volta finito di leggerlo, non nego di aver avvertito il desiderio di rileggerlo da capo. Lo consiglio assolutamente, e ai lettori intimoriti dal numero delle pagine vorrei dire di provare a immergersi in questa avventura, anche perché la scrittura di Dumas è molto scorrevole e per niente stancante.

Un arazzo i cui fili si snodano ed intrecciano per tutta l'Europa: singole storie che finiscono per avere un senso quando ciascuna trova il suo posto. Un romanzo di rovina e ascesa, di sogni infranti e crude realtà, di attesa e speranza... Non lasciatevi spaventare dalla lunghezza: leggetelo e non ve ne pentirete!