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La libellula e altri scritti - Amelia Rosselli - copertina
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La libellula e altri scritti
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Descrizione


Vengono qui riproposti alcuni testi fondamentali di Amelia Rosselli (Parigi 1930-Roma 1996), uno dei massimi poeti contemporanei. Al poema La libellula, scritto nel 1958 e che "ha come tema centrale la libertà", seguono trentuno poesie del 1963-1965 tratte da Serie ospedaliera. Il tono "piuttosto volatile" del poema, concepito (è sempre l'autrice a suggerirlo) "in forma di drago che si mangia la coda" o a imitazione di un "rullo cinese", è abbandonato o forse genialmente compresso e inglobato nei componimenti di Serie ospedaliera, caratterizzati da quella densità oracolare - al tempo stesso neutrale e folgorante, impenetrabile e straziata - in cui la critica ha ravvisato la specificità e il carattere potentemente innovativo del lavoro di Amelia Rosselli. Come ha scritto Pier Paolo Pasolini nel 1963: "[...] In realtà questa lingua è dominata da qualcosa di meccanico: emulsione che prende forma per suo conto, imposseduta, come si ha l'impressione che succeda per gli esperimenti di laboratorio più terribili, tumori, scoppi atomici, dominati solo scientificamente, ma non nei sintomi della terribilità, in quel loro accadere ormai oggettivo. Sicché il magma - la terribilità - è fissato in forme strafiche tanto più chiuse e assolute quanto più arbitrarie. [...] Direi che non mi sono mai imbattuto, in questi anni, in un prodotto del genere, così potentemente amorfo, così oggettivamente superbo". Completano il volume alcuni scritti autobiografici, tra cui il mirabile Diario ottuso.
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Dettagli

SE
2018
5 aprile 2018
Brossura
9788867233618

Valutazioni e recensioni

 Leopoldo
Recensioni: 4/5
Amorfo e superbo

L'autrice incarna nell'opera principale, "La libellula", una visione della poesia ben accolta dalla critica a lei coeva, ma trascurata dalle generazioni appena successive fino ai giorni odierni, ove il nome riecheggia a stento, seppur una delle poche poetesse di cui il nostro paese si encomi. Dunque un'opera da ripristinare tra le eredità letterarie della penisola anche solo per questa ragione, oltre che i versi in sé delle sue poesie, che cullano il lettore in dense allusioni alla sua esistenza, divisa tra le questioni quotidiane e spesso volatili che l'arroventarono e i suoi più puri sentori, che le minacciarono d'implodere e che, probabilmente, la portarono così a scrivere. Uno schema di versi di lunghezza simile portano a credere di avere a che fare con una metrica ricercata; in verità si tratta di versi che concludono senza una individuabile forma metrica, ma non per questo a versi liberi: una extra-metrica, "un prodotto amorfo e superbo", come ha definito dal P. P. Pasolini, ma che intaglia una regola imposta dalla sola autrice.

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Amelia Rosselli

1930, Parigi

Amalia Rosselli è una poetessa italiana nata a Parigi da Carlo Rosselli, esule, e da madre inglese, e vissuta in Francia, Inghilterra, Stati Uniti prima di stabilirsi a Roma, dove è morta suicida. I suoi versi (ora raccolti in Le poesie, 1997) la collocano in primissimo piano nella ricerca letteraria contemporanea: Variazioni belliche (1964); Serie ospedaliera (1969); Documento (1976); Primi scritti (1980); Impromptu (1981); Appunti sparsi e persi (1983 e 1996); La libellula (1985); Sleep (Poesie in inglese) (1992); Diario ottuso (1996). La sua prosodia, fortemente innovativa, fa uso della parola affrancandola parzialmente dalla convenzione linguistica (uso consapevole del lapsus, secondo Pasolini; ridondanza spontanea della lingua, secondo Giudici). Il suo linguaggio diventa...

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