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Chi ruppe i rastelli a Monte Lupo?
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Brossura
Anno edizione: 1977
9,50 €
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Portata nel 1347 da una nave proveniente dall'Oriente, la peste fu per secoli il grande spauracchio della società europea. La medicina non ne riconosceva le cause e non sapeva porre argini efficaci al contagio diversi dall'isolamento dei malati e dalla quarantena. L'epidemia causava un collasso nella vita della comunità, ogni attività era rallentata o arrestata, provocando risentimenti nelle popolazioni che mal si adattavano alle restrizioni. Al centro di questo studio è un borgo fiorentino al tempo dell'epidemia del 1630. Abitato da gente "rubestica e ribelle", le vicende di Monte Lupo consentono di ricostruire il clima di un paese spaventato dal morbo, i primi passi di una politica sanitaria e di una scienza che tentava di emanciparsi dalla religione.
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Pagine:
100 p., Brossura
EAN:
9788815098115
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I brevi saggi di Cipolla sono sempre una garanzia per gli amanti della storia, ma soprattutto un monito per chi è convinto che la storia sia noiosa, poco attuale e priva di sorprese. Carlo Cipolla (non fidatevi della "M", è solo una sua presa in giro!) ricostruisce, attraverso l'uso dei documenti d'archivio, il fenomeno della peste nel 1630 a Montelupo, piccolo borgo toscano in cui il morbo fu particolarmente difficile da debellare. Nel percorso di scoperta e di analisi della mentalità della gente del tempo, dei medici e delle istituzioni locali che si trovano a dover fronteggiare da una parte la pestilenza e dall'altra la testarda ignoranza dei cittadini di Montelupo, Cipolla ci parla di una storia carica di ironia e di temi attualissimi. Una perla!
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