Guerra in cielo

"Guerra in Cielo" (War in Heaven, 1930) è il primo romanzo, e forse uno dei migliori, dello scrittore inglese Charles Williams (1886-1945). Chiunque abbia familiarità con gli Inklings, il gruppo oxfordiano di scrittori di cui Williams faceva parte insieme a Tolkien e a C. S. Lewis, troverà, appunto, in questo romanzo anche echi di Tolkien e di C. S. Lewis... "Guerra in Cielo" è un thriller soprannaturale ambientato negli anni tra le due guerre. Pur essendo un romanzo, più che altro, corale, è comunque costruito da Williams intorno alle figure di tre personaggi buoni contrapposti a tre personaggi cattivi, che si muovono, rispettivamente, nella protezione e nella tentata distruzione del Santo Graal scoperto nel villaggio inglese di Fardles. Al centro di questo dramma vi è una normale famiglia: un marito e padre preoccupato, Lionel Rackstraw, una moglie e madre allegra, Barbara Rackstraw, e il loro innocente figlioletto di quattro anni, Adrian Rackstraw. Il trio di uomini buoni comprende: Kenneth Mornington, il Duca di North Ridings e l’arcidiacono Julian Davenant, che cercano tutti di preservare il Graal dalle grinfie del male. Il trio di uomini cattivi, in varie fasi di corruzione, comprende: Gregory Persimmons, un sadico inglese che si diletta nell’occulto, Manasse, un ebreo che commercia e negozia nell’occulto, Dimitri, un greco che vive per l’occulto… A questi personaggi se ne aggiungono altri, come, per esempio, l’ispettore di polizia Colquhoun, a cui viene affidato il compito di risolvere un caso di omicidio avvenuto nella casa editrice londinese di proprietà dei Persimmons, padre e figlio, e che funge da prologo del romanzo stesso, oppure Sir Giles Tumulty, un osservatore scientifico, che ritornerà poi pure in un altro romanzo di Williams, “La pietra di Salomone”; ancora, il misterioso uomo in abito grigio-tortora che appare e riappare più volte in alcune parti del romanzo… Il romanzo in sé è bellissimo, godibilissimo e coinvolgente, per me quasi un capolavoro, ma si tratta di gusti personali. In alcuni punti, può essere un po’ pesante, astruso, rigido, contraddittorio, confusionario… Ciò, certamente, è vero… Ma Charles Williams è così, prendere o lasciare. Forse, però, è proprio questa la bellezza intrinseca della scrittura di tale autore… Tutti i suoi personaggi – ma ciò già lo saprà chi è avvezzo alla lettura dei libri di Williams – hanno un peso allegorico ma anche altamente profondo. Essi, infatti, combattono l’eterna battaglia tra bene e male: la vittoria e la sconfitta in questa battaglia dipenderanno dalle scelte morali che ogni singolo personaggio si troverà a porre in essere a seconda che agisca o meno per la grazia di Dio… L’edizione che ho acquistato e letto è quella della Jaca Book del 1994: perfetta: copertina flessibile, sulle trecento pagine, carta, impaginazione e traduzione ottime, edizione fatta, insomma, veramente bene; nondimeno, la descritta edizione è ormai fuori produzione, del tutto introvabile, se non, forse, nell’usato, e non so a quale prezzo. Per chi abbia voglia di leggerlo, e lo consiglio vivamente, non resta perciò che buttarsi nell’usato o, in mancanza, sperare che qualche altro editore italiano lo ristampi. Si tenga lontano da questo romanzo chi cerca una lettura soltanto leggera.