Il colibrì

Per chi corre, la staticità di Marco è deleteria. Immobile in attesa degli eventi che arrivano prepotenti, sferzate di vento che lo scaraventano dall’altra parte della stanza. Lui non si ripara, prova a stare fermo, aspetta di essere attraversato, che tutto se ne vada altrove. Un pavido, dicono. Ma se lo guardassero bene vedrebbero ali sbattere 70 volte al secondo per riuscire a stare fermo, risalire il tempo.
Quanto tutti scappano, lui resta per accogliere ciò che accade, apprezzare ciò che ha.
Marco è come il colibrì in un mondo frenetico che richiede un battito d’ali ancora più rapido per non soccombere. Un’apparente immobilità che porta ad uno spostamento lento, appena percettibile verso una direzione che mai s’interseca con il punto di partenza. Essere un colibrì è resilienza, per stare fermi ci vuole coraggio.
Un libro potente, emozionante, un’esplosione nella sua staticità.

Un gran bel libro meritevole del premio strega
Da leggere e rileggere con il cuore !
La storia in se è un po’ triste ma ci fa riflettere sul valore della vita ! Grazie

Non si vince a caso un premio Strega!
Letto di un fiato!
Finale un po’ stucchevole.

Sono sempre stata una lettrice vorace ma, da alcuni anni, la passione per la lettura è un po’ scemata, complici il poco tempo a disposizione, la vista calante e, soprattutto, l’incapacità di trovare un libro che mi entusiasmasse, emozionandomi e lasciando in me tracce evidenti del suo contenuto.
“Il colibrì” è il libro che mi ha riavvicinato con prepotenza alla mia mai sopita passione per la lettura.
È un libro indimenticabile, che lascia nel lettore segni indelebili, generati da riflessioni mai banali sull’importanza della cultura e della verità e, soprattutto, sul senso e sulla forza della vita.
Da leggere e rileggere, lasciandosi andare anche alla commozione.

Scrittura molto particolare e coinvolgente.Ottimo

Il Colibrì, di Sandro Veronesi.
E' stato un acquisto di getto e letto quasi tutto di getto, incuriosita dal commento sul colibrì, che mette tutta la sua energia nel restare fermo.
E' la storia di un'intera famiglia e dei loro 'congiunti' dipanata nel tempo dagli anni 50 fino al futuro 2030.
E' una storia lunga e piena di tutto: fortuna e sfortuna, lutti e nascite, amori e dolori, raccontati in terza persona, ma anche dal punto di vista del protagonista, mediante scambi epistolari e telefonate.
Veronesi gioca col corso della storia, pare che si diverta a spaginare il romanzo, proponendo i capitoli, tutti regolarmente datati, a salti avanti e indietro nel tempo.
Ma a mio parere, conscio del pesante fardello di dolore che inevitabilmente deve essere narrato, in questo modo riesce a seminare indizi per preparare i lettori ai futuri tragici eventi, mitigandone di fatto la sofferenza.
Io infatti ho pianto solo all'ultima pagina.
Le frasi che mi sono rimaste dentro:
"Per andare dove non sai, devi passare da dove non sai"
"Quante persone sono seppellite dentro di noi?"
"Ricorda il tuo futuro".
Ho letto tutto il romanzo col cellulare accanto, dove ogni tanto cercavo in rete concetti, notizie, tragedie ambientali mai sapute, spunti, modi di dire toscani e perfino canzoni, di cui sul libro si parla.
Nelle ultime pagine, dopo la fine del romanzo, è preziosa una sorta di "guida alla lettura" dove l'autore rivela i suoi pensieri, le sue ricerche e gli spunti scaturiti anche dalla sua esperienza personale.
Unico appunto: la copertina. Con tutti i colori meravigliosi dei colibrì da poter sfoggiare, si è optato per questo giallo e nero minimalista che mi convince poco.

A tratti romanzo epistolare, ricco di descrizioni di luoghi, di persone e relazioni variamente collegate al protagonista, di riferimenti culturali, di situazioni sospese e complesse, Il colibrì è un libro intenso e impegnativo. Come la vita...

Sinceramente uno dei libri più venduti tra novembre e dicembre 2019, devo dire che ne sono rimasto molto deluso, ci sono belle riflessioni per carità, cose che ti fanno pensare...ma scrivere tutte quelle pagine senza un grande "progetto" sotto ma descrivendo "solo" una semplice normale e sfortunata mi permetto di dire, vita, non mi ha dato grande emozione nel leggerlo...era il mio primo libro di Veronesi e sono un po rammaricato...sto cercando lo svezzamento dalle solite trame storiche o classici triller romanzeschi...continuerò a cercare..