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Lo scrittore Domenico Bianco, fondatore del Premio Pablo Neruda e del Premio Letterario Citta' di Pinerolo, ha pubblicatoMinuc, Edizione Librintasca (Vernole), un libro straordinariamente coinvolgente, dove tratta, in maniera realistica ed appassionata, le vicende personali dello zio Carmine Bianco, chiamato Minuc con la passione e la determinazione che caratterizzano da sempre gli abruzzesi. L'opera, frutto di una straordinaria ricerca storica, racconta le sofferenze di un soldato guardiese costretto a combattere una guerra ingiusta e, dopo l'8 settembre 1943, a patire le afflizioni di un recluso in un campo di prigionia in Germania. I maltrattamenti, piu' feroci e inimmaginabili perpetrati dai suoi feroci aguzzini, sono descritti in maniera realistica e, nello stesso tempo, delicata. Nella narrazione letteraria dello scrittore non si percepisce l'odio viscerale che avrebbe potuto costellare questo interessantissimo libro di denuncia. La sofferenza di Minuc, costretto a subire le angherie dei suoi torturatori teutonici, e' descritta in modo scorrevole e drammaticamente coinvolgente. L'autore non si e' lasciato prendere la mano dal disprezzo che avrebbe potuto costellare queste tragiche vicende belliche ed e' riuscito a scrivere un romanzo raffinato che consiglierei di fare leggere ai nostri studenti perche', come scrive Mario Rigoni Stern, la memoria e' determinante. E' determinante perche' io sono ricco di memorie e l'uomo che non ha memoria e' un pover uomo. Un libro da assaporare pienamente, nelle sue varie sfaccettature letterarie, per fare riflettere le nuove generazioni sul significato intrinseco del concetto di Liberta'� .
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