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9, la rabbia del rivale di Domenico Notari, è un bel libro coinvolgente e scorrevole. Attraversa due secoli di storia dove rabbia, ribellione, corruzione ma anche amore e un pizzico di erotismo sono declinati con estrema eleganza. due secoli di storia che ti fanno entrare nella storia e che riveleranno un' incredibile verità.
Ho appena finito di leggere 9, La rabbia del rivale, il nuovo romanzo dello scrittore salernitano Domenico Notari, pubblicato dalla casa editrice Castelvecchi di Roma. Si tratta di un libro ben costruito che si avvale di una ottima capacità di scrittura in grado di rendere ancora più avvincente una storia già di per sé piena di personaggi e di situazioni. Ambientato nella Napoli degli anni Settanta del secolo scorso, il romanzo ha come protagonista Silvestro Donnarumma, deciso a superare il concorso come assistente universitario presso la Facoltà di Architettura di Napoli. Il giovane, non legato ad alcuna corrente politica e al di fuori di ogni meccanismo clientelare, intraprende una ricerca su Mario Gioffredo, un architetto del Settecento che in quel periodo aveva raggiunto una notevole notorietà prima di essere dimenticato dopo la misteriosa scomparsa dei suoi disegni, tra cui anche quello della reggia di Caserta, attribuito al suo rivale Luigi Vanvitelli, che diventerà l’architetto di riferimento negli anni di Carlo III di Borbone. Il romanzo, quindi, procede su due binari paralleli: quello del periodo settecentesco, che vede come protagonista la vicenda professionale ed esistenziale di Gioffredo, e quello degli anni Settanta di cui, come abbiamo detto, è artefice Silvestro Donnarumma. Storie diverse, ambientate in due secoli distanti, che pure hanno in comune la difficoltà dei due personaggi di rimanere fedeli a se stessi, senza scendere ad alcun compromesso, e al tempo stesso, anche di non riuscire a far emergere il loro indiscusso valore. Pur essendo supportato da una minuziosa ricerca bibliografica, che è alla base della costruzione della vicenda, il romanzo non ha nessun momento di stagnazione. Non si inceppa, non indugia in eccessi di particolarismi come poteva accadere essendo l’autore prima che uno scrittore, un architetto innamorato della sua materia. Il libro procede spedito, sperimentando sul piano letterario forme linguistiche che ci portano al dialetto napoletano del Settecento, ma tutto questo senza inficiare la sua estrema leggibilità. Notari riesce, quindi, ad affascinare il lettore, senza essere mai né saccente, né banale e lo porta per mano tra i vicoli della Napoli del Settecento che in quel periodo visse uno dei momenti migliori della sua storia. Mario Prisco
Il libro è di godibilissima lettura e di grande ricerca storica. Si presta a diverse chiavi di lettura: saggio di architettura, noir, giallo, romanzo storico. Ognuno può divertirsi a scoprire il proprio genere preferito e le diverse chiavi di lettura. Inoltre è un inno per i tanti sconfitti dalla storia ai quali il destino, a volte, sembra offrire una possibiltà di inaspettato riscatto o di dolce vendetta. Da consigliare e da leggere.
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