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"Don Lorenzo Milani e suo padre - Carezzarsi con le parole" di Valeria Comparetti Milani, edizioni Conoscenza, Roma 2017 "I contadini, gli operai conoscono forse 30 parole mentre i loro datori di lavoro ne conoscono 3.000. Chi ha il potere? Chi prevale l'uno sull'altro? Il contadino, l'operaio? No. Il capitalista. Quindi, ragazzi, dovete avere conoscenza delle parole, impadronirvene, usarle altrimenti sarete sempre gli ultimi" In un pomeriggio e sera del dicembre 1965 ho ascoltato a Barbiana queste parole dette dal don Lorenzo Milani nella ''scuola'' di Barbiana. Un incontro indimenticabile che mi ha segnato e che mi ha fatto capire come poteva esserci una nuova scuola, una nuova gerarchia di valori. Sul tema della parola, Valeria Comparetti Milani, nipote di don Lorenzo, ha scritto "Don Lorenzo Milani e suo padre - Carezzarsi con le parole", presentato in diverse città e martedì 13 giugno a Roma. Sergio Tanzarella, docente di storia della Chiesa, Paola Parlato, docente di lettere, Gennaro Lopez hanno parlato del libro assieme all'autrice. E' stata per me la ''seconda'' volta che ho conosciuto Don Lorenzo avendo la conferma della prima occasione nel lontano 1965. La parola ha una centralità nell' "insegnamento" di don Lorenzo e Valeria produce documenti, carte di famiglia, testimonianze inedite che formano l'educazione del giovane Lorenzo."... le carte del padre Albano possono parlarci di una relazione fondamentale nella vita di don Milani..." Lorenzo come il padre sin da studente scriveva e usava confrontare con altri il suo scritto e continuerà a farlo per tutta la vita come in Esperienze Pastorali, Lettera ad una professoressa, Lettera ai cappellani militari, Lettera ai giudici e nelle lettere ai ragazzi, agli amici, ai giornalisti ai sacerdoti. Non era pignoleria ma esigenza di farsi capire e fare comprendere quanto scriveva. Una parte notevole e inedita sono i tanti documenti di famiglia pubblicati nel libro, che ci fanno capire l'ambiente e la formazione intellettuale di don Milani Per don Lorenzo i ragazzi di Barbiana, figli di contadini per lo più analfabeti, erano gli ultimi che la scuola ''bocciava'' invece che provare a "promuoverli" per la vita. E non è vero che la scuola di Barbiana sia una esperienza locale, circoscritta, chiusa, modello non "esportabile": chi di noi non ricorda, avendo frequentato le scuole negli anni 40, 50, 60 del secolo scorso, le punizioni anche corporali, l'ultimo banco per i "somari", e stare dietro la lavagna per gli indisciplinati. Gli "ultimi" nella scuola italiano ci sono ancora anche se in forme diverse. E la "lezione" di don Lorenzo è viva ed attuale e occorre parlarne conoscendo le sue "parole" non il sentito dire. "Don Milani e suo padre", scritto da Valeria, nipote che da bambina ha conosciuto e frequentato don Lorenzo, aiuta a completare un aspetto certo non secondario della formazione e della vita del sacerdote che ha prefigurato il servizio civile al posto di quello militare e il ragionamento al posto dell'accettazione supina delle prepotenze ed angherie.
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