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Educazione di una donna - Elizabeth Percer - copertina
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Educazione di una donna

Descrizione


L'esordio di Elizabeth Percer.

«L'esordio nella narrativa della poetessa Elizabeth Percer è il ritratto intimo di un ragazza intelligente e sensibile, animata da un profondo desiderio di proteggere coloro che ama.»Publishers Weekly

«Magnificamente scritto, il romanzo di Elizabeth Percer riesce a scovare una sorprendente bellezza nelle fratture della nostra vita. L’educazione di una giovane donna straordinaria e originale, così come straordinario e originale è questo romanzo»Caroline Leavitt

Il Wellesley College, nel Massachusetts, è uno dei più prestigiosi college femminili americani. Con la sua architettura gotica, i suoi archi e i suoi giardini, il campus esercita un fascino irresistibile sulle giovani donne consapevoli della propria intelligenza. In un angolo appartato del campus vi è una casetta in stile Tudor: è il luogo di ritrovo delle Shakes, le temute e riverite ragazze della Shakespeare Society. Ogni tanto le Shakes mettono in scena opere del Bardo alle quali invitano la preside e altre autorità del campus. Tuttavia, simili inviti hanno il solo effetto di accrescere il sospetto del college nei loro confronti, dato che ragazze che interpretano uomini in preda ad angoscia, tradimenti e dubbi, in una forma arcaica della lingua inglese, non sono certo un bell'esempio di decoro e compostezza. Le Shakes si curano però poco del giudizio altrui. Sensibile fino all'estremo, incapace di trascurare anche per un solo istante coloro che ama, triste per l'impossibilità di avere accanto Teddy, il suo amico del cuore, Naomi Feinstein mette piede al Wellesley college e, con sua somma sorpresa, diviene quasi subito una Shake. Accade tutto per volontà del destino: Naomi salva dalle acque ghiacciate del lago Waban una delle Shakes; viene iniziata alla Società con un rituale vecchio di un secolo, diventa l'amica più stretta dell'altezzosa Jun. Come in ogni educazione che si rispetti, tuttavia, anche per Naomi è in agguato la sfida con le svolte maligne della sorte.
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Dettagli

2019
Tascabile
24 ottobre 2019
382 p., Brossura
An uncommon education
9788865596760

Valutazioni e recensioni

elisa racioppo
Recensioni: 2/5

Nulla da dire su forma e stile, il romanzo è scritto bene e si legge scorrevolmente. Molto delusa però dalla trama: della vita nel college e delle dinamiche all’interno della confraternita c’è poco, tutto gira intorno alla triste vita familiare della protagonista, sciapa e senza nessuna “spinta” particolare. Non lo consiglio

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ANNA CORTELAZZO
Recensioni: 0/5

Mi piacciono quelli che, con un’espressione a mio parere infelice, vengono chiamati “romanzi di formazione”. Forse secondo i critici “storie di vita adolescenziali” suonava troppo harmony, in ogni caso quell’effetto “buco della serratura” che permette al lettore di guardare di straforo nell’esistenza di perfetti sconosciuti, entrando addirittura nei loro pensieri, è quanto di meglio si può chiedere ad un romanzo d’evasione. Per questo ho divorato voracemente romanzi come “Io sono Charlotte Simmons” (Tom Wolfe, Mondadori, 2006) e “Prep” (Curtis Sittenfeld, Rizzoli, 2006) e quando ho avvistato “Educazione di una donna” (Elizabeth Percer, Neri Pozza 2012) l’ho comprato immediatamente, facendogli saltare molte posizioni nel mio personale elenco di libri da leggere. Ma come accade generalmente con ogni colpo di fulmine che si rispetti, mi sono poi pentita di questa irrazionale decisione. Non ho nulla da eccepire dal punto di vista della forma e dello stile. Il romanzo non raggiunge la vetta in nessuno dei due campi, ma nel complesso la scorrevolezza del linguaggio discorsivo lo rende leggibile e non mancano dei paragrafi che non esiterei a definire “di pregio”. Ma questo libro ha tre gravi problemi. Il primo è una quarta di copertina ingannevole: “Il Wellesley College, nel Massachusetts, è uno dei più prestigiosi college femminili americani. Con la sua architettura gotica, i suoi archi e i suoi giardini, il campus esercita un fascino irresistibile sulle giovani donne consapevoli della propria intelligenza. In un angolo appartato del campus vi è una casetta in stile Tudor: è il luogo di ritrovo delle Shakes, le temute e riverite ragazze della Shakespeare Society. Ogni tanto le Shakes mettono in scena opere del Bardo alle quali invitano la preside e altre autorità del campus. Tuttavia, simili inviti hanno il solo effetto di accrescere il sospetto del college nei loro confronti, dato che ragazze che interpretano uomini in preda ad angoscia, tradimenti e dubbi, in una forma arcaica della lingua inglese, non sono certo un bell'esempio di decoro e compostezza. Le Shakes si curano però poco del giudizio altrui. Sensibile fino all'estremo, incapace di trascurare anche per un solo istante coloro che ama, triste per l'impossibilità di avere accanto Teddy, il suo amico del cuore, Naomi Feinstein mette piede al Wellesley college e, con sua somma sorpresa, diviene quasi subito una Shake. Accade tutto per volontà del destino: Naomi salva dalle acque ghiacciate del lago Waban una delle Shakes; viene iniziata alla Società con un rituale vecchio di un secolo, diventa l'amica più stretta dell'altezzosa Jun. Come in ogni educazione che si rispetti, tuttavia, anche per Naomi è in agguato la sfida con le svolte maligne della sorte.” Leggendola, ci si aspetta che il romanzo parli dell’esperienza di Naomi al Wellesley e nelle Shakes. In realtà, per più di cento pagine (ovvero per quasi un terzo del libro) la Percer racconta episodi dell’infelice infanzia di Naomi, dall’infarto del padre alla depressione della madre, passando per il rapporto con l’amico Teddy, il vicino di casa adottato con una madre severa e un padre gravemente malato. Neanche a farlo apposta, nessuno dei due farà una bella fine. Il secondo problema è proprio la quantità di disgrazie che investe il lettore come una funesta valanga. Gli eventi nefasti si susseguono una dopo l’altro, e la sensibilità di Naomi li rende ancora più pesanti. A parte quelli già citati, si aggiungono l’emarginazione della protagonista all’inizio degli studi, il tumore della madre, il ricovero dell’amico in una clinica psichiatrica, il difficile rapporto con le amiche delle Shakes, la sua disastrosa prima esperienza sessuale e per finire la morte della madre. Nella quarta di copertina si parla di “svolte maligne della sorte”, ma l’impressione è che l’autrice abbia perso il controllo, calcando un po’ troppo, perdonate il francesismo, sul pedale della sfiga. “Sì, però” obietterà un lettore particolarmente sfortunato “ad alcune persone queste cose accadono davvero.” Possibile, purtroppo. Ma paradossalmente certe modalità risultano più credibili nella vita vera che nella letteratura. Per finire, quando Naomi arriva finalmente al Wellesley incontra una quantità di personaggi tra compagne e professori. A questo punto l’autrice sembra divisa tra l’esigenza di non dilungarsi troppo e il desiderio di rendere protagonista ogni singolo personaggio del libro. Il risultato sono interi paragrafi sconnessi che non permettono alcun tipo di introspezione da parte del lettore, e allo stesso tempo capita in alcuni punti di perdere di vista Naomi: le sventure della nostra protagonista passano in secondo piano rispetto a quelle di Jun, l’altezzosa amica giapponese, lesbica, con un fratello portatore di handicap e una famiglia le cui aspettative rischiano di soffocarla. Alcune pagine mi hanno fatto pensare che l’autrice fosse d’accordo con l’Anonima Psichiatri, inesistente (forse…) organizzazione che si occupa di procacciare clienti ai suoi adepti. Di fatto, oltre ad essere un libro piuttosto deprimente, lo è in modo fastidioso: ogni disgrazia fa l’effetto dell’ennesima ondata di sangue in un film splatter, e gli unici momenti di respiro sono quelli in cui si parla di Shakespeare: in queste pagine il lettore può trovare ottimi spunti di riflessione sulla letteratura inglese, ma non deve essere un profano, visto che la conoscenza delle opere del bardo (e non solo le più famose, ma anche drammi meno noti come “Troilo e Cressida”) viene data per assodata. Nel complesso, il panorama letterario contemporaneo offre certamente libri peggiori, ma per me arrivare alla fine di questo libro è stata un’impresa ardua come per Naomi ottenere il diploma.

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Elizabeth Percer

Affermata poetessa, Elizabeth Percer è stata tre volte finalista per il Premio Pushcart. Ha ricevuto un Bachelor of Art in inglese da Wellesley, un dottorato di ricerca in educazione artistica presso la Stanford University, e ha completato una borsa di studio post-dottorato a Berkeley. Tra i suoi romanzi: Educazione di una donna (Neri Pozza 2012).

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