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Il nazismo e le sue crudeltà fanno da sfondo a questa vicenda narrata con stile tenero e garbato, mai estremamente drammatico nonostante il contesto storico. Spicca la figura di un bambino ebreo con la sua sagacia, le sue debolezze, il suo candore assieme al suo opportunismo infantile, la sua protettività nei confronti dei più grandi che piangono, subiscono, osteggiano gli orrori della guerra e della shoah. Spicca ancor di più l'idea del collezionista padre Pons di salvaguardare non solo le vite ma anche la cultura, gli usi, gli oggetti, i documenti, le idee, l'anima stessa, se possibile, di qualsiasi minoranza risulti oppressa e calpestata dalla superbia e dalla violenza ideologica e fisica.
E' il primo libro che leggo di Emmanuel Schmitt!Semplicemente favoloso:il nazismo visto con gli occhi di un bambino! Il tono richiama molto il mitico film "La vita è bella di Benigni". Tutto è leggero, innocentemente bello, solo a tratti si scorge la drammaticità di quello che sta intorno. Un vero piccolo capolavoro!
Nascosto tra volumi ciatti e prepotenti, eccolo qui l’ultimo gioiello di Eric-Emmanuel Schmitt, padre del dolcissimo Oscar, e della sua amica, la dama in Rosa: Il bambino di Noè. In entrambi questi preziosi libri, vi sono due figure impareggiabili: un bimbo dall’intelligenza acuta e spiazzante, un adulto dal cuore immenso e comprensivo. Il bambino di Noè è ambientato in Belgio, tra il 1942 e il 1945. Joseph ha sette anni, quasi otto – tiene a precisare – , è figlio di un sarto un po’ burbero ma buono, e di una mamma attenta e protettiva. Joseph e la sua mamma sono in tram, quando all’improvviso il bimbo è costretto a scendere dal mezzo e a seguire a passo celere sua madre. È l’inizio della sua avventura, che lo vedrà lontano dai suoi genitori per tre lunghi anni, anni però sublimati dagli occhi dell’infanzia, e dalle amorevoli cure di Padre Pons, che come Rosa con Oscar, non ha paura di parlare con autenticità ad un bambino. Joseph è ebreo, padre Pons è cristiano. Sullo sfondo delle atrocità naziste e del perseguimento della razza ariana, padre Pons non solo si occupa di salvaguardare le vite di 271 bambini cristiani ed ebrei, nel suo orfanotrofio, Villa Gialla, ma anche di custodire la tradizione, la lingua e il pane dello spirito di un popolo che si vuole sterminato. Una notte Joseph segue padre Pons nella chiesa sconsacrata nei pressi di Villa Gialla, e giù, nella cripta, scorge un qualcosa di insolito: la cripta è una piccola sinagoga, piena di libri e di immagini ebraiche. È la “collezione” di padre Pons, che come Noè, non vuole che la civiltà presa di mira sia dimenticata. Con il suo solito stile attento, dolce ed efficace, Schmitt tratta di temi intensi, che suscitano tante domande, ma che lasciano poche risposte: sia che si tratti di un bambino destinato a morire (Oscar), sia che si tratti di una guerra mondiale, e di una civiltà che si vuole rasa al suolo, Schmitt riesce ad attraversare il dolore e a
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