Esiste la luce nel buio. La strada per sconfiggere la tossicodipendenza

Come diceva la mia insegnante di italiano, per fare un buon componimento bisogna analizzare le parole del titolo e facendo ciò usciranno da sole le frasi che scriveranno il tema. É con questa base che mi sono tuffato con piacere nella lettura del libro di Paola, un viaggio negli oscuri meandri delle sostanze stupefacenti, nato probabilmente da un tentativo di educazione paterna troppo distaccato, un padre che a me lettore risulta incomprensibilmente freddo. La scrittrice racconta di fare un salto nel buio in un burrone pieno di alcol e droghe, pensando di trovare rifugio e conforto dalla mancanza di affetto familiare, ma si ritroverà in un girone infernale, da cui è molto difficile uscirne. La sua grande forza di volontà e voglia di vivere le saranno di sostegno nei momenti di massimo sconforto, riuscirà con il suo coraggio a rialzarsi e a trasformare la sua esperienza negativa in una mano che dona aiuto alle persone che sono cadute nel baratro delle sostanze psicotrope.

La narrazione autobiografica avvince il lettore in un crescendo emozionante. Palesi e coinvolgenti le difficoltà familiari e sociali della protagonista che, dopo un inizio di inabissamento e abiezione psico-fisica, "moderna Araba Fenice" risorge dalle sue ceneri per ricompattarsi più forte e coraggiosa. Per il valore umano, sociale ed etico, il romanzo è adatto ad un pubblico versatile.