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Le fate non ballano più come sorelle. Storia di Caterina Percoto - Edda Fonda - copertina
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Le fate non ballano più come sorelle. Storia di Caterina Percoto
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Descrizione


C'è una leggenda che ricorda il tempo in cui le fate di due terre confinanti s'incontravano all'alba in una verde conca ai piedi di un monte. Al tocco dei loro passi, il prato si copriva di fiori. Fate italiane e fate gemaniche. Tutte vestite di bianco, sorridenti, complici. Poi non più. Le fate italiane, spaurite, stanno nascoste dietro le pietraie, quelle di Germania, sedute al confine, vestite di nero, piangono l'antica amicizia perduta. Anche così si può parlare di guerra e di desiderio di amicizia tra i popoli. Lo ha fatto Caterina Percoto attingendo al folclore. La sua voce viene da un sito eccentrico dell'Italia divisa negli anni del Risorgimento: il Friuli, che restò asburgico per gran parte della sua vita. Scrisse articoli e novelle che sarebbe riduttivo confinare nei limiti della novellistica campagnola. I temi suscitati dai suoi racconti sono le ingiustizie sociali, presentate con pacatezza ma con grande nettezza; le eterne problematiche femminili con le loro incertezze, contradditorietà e verità; i rapporti con gli altri - fraternità, guerra, competizione, solidarietà - dalla famiglia fino alle relazioni tra stati. Temi che non hanno confini di regione o di tempo.
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Dettagli

2020
20 ottobre 2020
172 p., Brossura
9788832237467

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Ho letto con piacere e scioltezza il nuovo libro di Edda Fonda che racconta in prima battuta la vicenda personale e solo in seconda battuta quella letteraria della scrittrice friulana Caterina Percoto. Questa successione mi sembra un punto focale dell'approccio, perchè nella maggior parte delle biografie prevale la presentazione letteraria o politica o storica del personaggio con la vita a fare da sfondo e con un richiamo esclusivo ai momenti topici: nascita, studi ,amori, pubblicazioni. Forse la scelta di Fonda di scrivere di Percoto , autrice di valore ma non di facile risonanza, nasconde l' intento di avere un “margine più ampio di manovra” nella descrizione. Analogamente il rifiuto della biografia romanzata mi sembra indice di un pensiero critico e lucido con un netto distanziamento dalle mode attuali, che rendono ogni personaggio un contemporaneo : quasi un soggetto da “passaggio televisivo”. Non si vedono nel libro solo sequele di eventi di una vita individuale ma anche momenti storici che illuminano doti e limiti di questa donna libera di cuore e di pensiero . Caterina rimane solida nella sua casa con problemi di gestione della proprietà e di educazione dei nipoti. Le brezze e le rugiade dei campi autunnali friulani ci aiutano a materializzare davanti a noi Caterina. Per definire Percoto non si può ricorrere a sostantivi come patriota, scrittrice, giornalista, pedagogista o incasallarla in recinti: cattolica, friulana, possidente. Da ogni recinto uscirebbe con la sua vivace anche se riservata conversazione non da salotto, ma piuttosto da “cenacolo” di amici. Il suo carattere schietto la porta talora ad alzare la voce con amici ed editori, a prendere posizione, a non essere diplomatica. Resta però una intellettuale che avrebbe riso della retorica del termine o , meglio, si sarebbe schernita nel vedersi rappresentare come protagonista di un libro nella consapevolezza tutta friulana ed anche mitteleuropea (le sue due radici o potremmo dire “fate”) che ogni danza si libra da terra e non dalle nuvole. Consiglio pertanto il libro ad ogni persona curiosa: Fonda ci offre una biografia ma soprattutto spunti di riflessione.

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Recensioni: 5/5

Libro delizioso. Un saggio che profuma di romanzo, ti fa appassionare, ti incuriosisce, ti stuzzica. Grazie al piacevolissimo stile della Fonda si viene coinvolti nella vita di una scrittrice troppo poco conosciuta e approfondita e fa venir voglia di andare a leggerla per conoscerla meglio. Consigliatissimo a chi ama i saggi, a chi è curioso e al tempo stesso vuole essere coinvolto da un saggio come lo sarebbe dalla narrativa più bella.

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