La ferrovia sotterranea

Questo romanzo storico racconta una storia molto potente, che rimane impressa anche dopo mesi di distanza dalla lettura del libro. Lo stile di scrittura è abbastanza peculiare: a capitoli più lunghi che narrano la storia principale, se ne alternano altri, più brevi, in cui il focus è su vicende legate a personaggi secondari (fatti precedenti alla storia principale). Anche la storia principale non è narrata in maniera strettamente lineare, cronologica, ma attraverso frequenti salti indietro nel tempo. L'autore fa inoltre uso di un elemento di realismo magico (il treno sotterraneo), creando così un'ucronia davvero originale. In sintesi, romanzo interessante, di cui consiglio la lettura.

Probabilmente le entusiastiche critiche e i premi ricevuti dal libro provocano delle grandi aspettative che, a mio avviso, vengono in parte disattese dalla lettura. Fortunatamente il taglio scarno nel descrivere le innumerevoli atrocità commesse dai piantatori bianchi nei confronti degli schiavi lascia alla sensibilità del lettore la comprensione dello strazio e della violenza, laddove inutili dettagli avrebbero trasformato il romanzo in un elenco di orrori. Ma la ferrovia sotterranea del titolo, che avrebbe dovuto rivelarsi in qualche modo il personaggio principale della storia, viene invece confinata ai margini dell'intreccio, utilizzata come cornice e non come elemento centrale e la rocambolesca fuga della schiava Cora si riduce ad un susseguirsi di spostamenti da una città all'altra e da un rifugio all'altro fino all'ultimo viaggio sui binari di quella che sembra essere, finalmente, la libertà. Fino all'ultima pagina la narrazione sembra promettere qualcosa di più, promessa però che non riesce a mantenere nemmeno con un finale aperto all'immaginazione del lettore.

Letto anni fa lo ricordo ancora una storia profonda commovente soprattutto perché vera un pezzo di storia che non tutti conoscono