Un ritratto appassionato di Luigi Natoli, autore de I Beati Paoli. Palermitano, non solo per nascita, ma per «cultura, per amore verso la città e verso la regione, per passione verso la storia della Sicilia»
La capacità straordinaria di narratore e il rigore da storico, la lingua colta, elegante, la conduzione dell’intreccio sapiente, la coscienza patriottica e democratica, la vocazione per il «popolare», fecero sì che il romanzo d’appendice nelle sue mani diventasse capolavoro. «William Galt, come si sa, è uno pseudonimo; il suo vero nome era Luigi Natoli, palermitano, autore di uno dei più famosi romanzi popolari italiani e certamente il più famoso in Sicilia: I Beati Paoli. E palermitano non soltanto di nascita, ma per cultura, per amore verso la città e verso la regione, per passione verso la storia della Sicilia, alla quale sarà sempre fedele, come testimoniano gli storici di professione. Un rigore storico che non sarà offuscato neppure dai più fantasiosi intrecci dei suoi romanzi, prediligendo, della storia, gli episodi in cui il popolo riesce a trovare una sua identità e si ribella ad ogni tipo di oppressione». I Beati Paoli sono stati un fenomeno sociale prima che culturale: un prodotto letterario diventato la verità in cui un popolo identificava la propria storia. L’uomo che inventò i Beati Paoli è la monografia (rielaborata e ampliata da un volume precedente) su Luigi Natoli detto William Galt, il fautore di tale impresa. La vita di un uomo che lavorò a 31 romanzi e 330 racconti storici, a una quindicina di testi teatrali, più poesie, saggi storici e critici; le finalità pedagogico-politiche di un idealista democratico e mazziniano; le fonti e la genesi delle sue trame storiche; il successo popolare accompagnato dall’insensibilità della cultura alta; la riscoperta; l’espansione dell’opera nei mezzi di massa e nell’immaginario comune.
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