Il tamburo di latta

Un capolavoro che contiene al suo interno tutto cio che può contenere un romanzo. Una prosa delicata e incantevole che ci accompagna in un mondo apparentemente fiabesco e surreale che cela nel profondo vicende reali e drammatiche. Non viene mai perso il carattere grottesco e alle volte ironico del racconto, come a voler addolcire e rendere meno duro il drammatico percorso che il lettore si accinge a percorrere cimentandosi in questo romanzo. Infine la capacità di farci scoprire dimensioni e realtà inesplorate che fino a questo momento avevamo ignorato semplicemente perchè privi della chiave di lettura e conoscenza che solo Gunter Grass poteva donarci attraverso questa pietra miliare della letteratura.

Primo volume della "Trilogia della città di Danzica", il tamburo di latta, racconta i fatti antecedenti, l'ascesa e la caduta del nazismo guardando l'anima e la psiche di chi l'ha vissuto silla propria pelle, tedesco, polacco o ebreo che sia. Un'opera sontuosa che dona al lettore una prospettiva originale dell'evento storico. Il tutto dal punto di vista del tamburino Oskar, piccolo nel mondo dei grandi.

Questo romanzo non ha soddisfatto le mie aspettative. Non so se la colpa è della traduzione o direttamente dello scrittore. Il materiale di partenza sarebbe stato molto buono, ma non viene sviluppato in un modo per me ottimale. Il linguaggio è bizzarro, spesso con errori. Le tematiche che vengono appena sfiorate si perdono nell'attesa del loro approfondimento, sommerse di particolari che ho trovato spesso disperdenti e di ripetizioni a non finire.