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Estetica dei visionari. Daumier, Rembrandt, Piranesi, Turner, Tintoretto, El Greco - Henri Focillon - copertina
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Estetica dei visionari. Daumier, Rembrandt, Piranesi, Turner, Tintoretto, El Greco
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Estetica dei visionari. Daumier, Rembrandt, Piranesi, Turner, Tintoretto, El Greco - Henri Focillon - copertina
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Descrizione


"I visionari formano un ordine a parte, singolare, confuso, in cui prendono posto artisti di talento molto diverso e forse anche d'ingegno ineguale. Talvolta fanno apparire quanto di più ardito e libero caratterizza la genialità creatrice, una forza profetica tutta concentrata sui domini più misteriosi dell'umana fantasia, gli effetti infine di un'ottica speciale che altera profondamente la luce, le proporzioni e persino la densità del mondo sensibile. Li si direbbe a disagio nei limiti dello spazio e del tempo. Interpretano più che imitare, e trasfigurano più che interpretare."
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Dettagli

2006
5 aprile 2011
76 p., ill. , Brossura
9788884162960

Valutazioni e recensioni

MARIO COBUZZI
Recensioni: 5/5

Un titolo alternativo per questo piccolo saggio di Focillon potrebbe essere “Estetica dell’incisione”,dato che su questa particolare tecnica artistica lo studioso si sofferma a lungo- nota,d’altronde,la sua predilezione per le tecniche incisorie. Il grande storico dell’arte,soprattutto, nell’esporre i tratti salienti delle opere prodotte nel corso dei secoli dalla categoria dei “Visionari”,sembra legare indissolubilmente tale estetica alle tecniche dell’incisione,considerate come il mezzo più efficace per esprimere quell’interpretare più che imitare,e trasfigurare più che interpretare (p.13), che per Focillon distingue i visionari dagli artisti “mediterranei” legati alla cultura rinascimentale italiana. Eppure Focillon è chiaro fin dal principio:legare gli artisti visionari a una poetica comune,o pensarli in quanto prodotto di un ambiente o una civiltà particolare (quella nordica,in primis),sarebbe un errore:”Parlare di estetica e di poetica può sembrare volere definire in anticipo la loro attività,regolarla e limitarla”. E ancora:”Questi artisti compaiono come accidenti,come scorie. Ciascuno di loro sembra essere a se stesso legge e sistema. Li si isola come dei casi”. Quella dei “Visionari” è dunque una categoria elastica e dai confini variabili che accoglie artisti tra loro molto diversi. Non sono,quindi,i caratteri formali comuni a determinarla,ma,in primo luogo,”analogie e affinità sul piano psicologico” (Focillon parla più avanti della “lucidità febbrile” come dello stato psicologico ordinario di questi artisti),la capacità di ricevere e scatenare immagini traducendole come allucinazioni (pag.15),il fatto che le loro opere sono le “autentiche memorie della loro attività spirituale”. Lo studioso si sofferma a lungo sul tema della luce,perché il modo in cui essa è pensata e utilizzata dai visionari chiarisce la peculiarità e specificità della loro arte:”La sua ripartizione [della luce] in ombre e chiari su solidi nello spazio li delimita ai nostri occhi:per il visionario,li illimita”. Per tornare al discorso sull’incisione,è sull’acquaforte che Focillon si sofferma più a lungo:questa particolare tecnica,dal suo punto di vista,ha il merito di aver elevato l’incisione a un più alto valore estetico e a una completa autonomia artistica,diventando così il mezzo espressivo per la contemporanea naturalità e soprannaturalità di Rembrandt e per quel “delirio della prospettiva” che si nota specificamente in Piranesi (di cui,in questa edizione di Abscondida,vengono pubblicate numerose acqueforti)e,più in generale,nell’arte visionaria nel suo insieme. Dopo una rapida rassegna di artisti quali Turner,Tintoretto,El Greco,il saggio si conclude splendidamente. Dall’estetica dei visionari si possono trarre conclusioni più generali:essi ci portano “a vedere nell’immaginazione estetica non una semplice disposizione a percepire,a organizzare,a fissare,a esteriorizzare,ma un potere di trasfigurazione,che cerca e crea spontaneamente la propria tecnica”;per Focillon,quindi,attraverso “l’ossessione creatrice” e trasfigurante dell’artista visionario,possiamo cogliere importanti convergenze con l’arte dell’Estremo Oriente,”consentendo in tal modo di trarre un carattere umano e universale dall’opera d’arte,concepita non come imitazione della natura,ma come creazione del mondo”.

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