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"È un libro straordinario!" scrive Dominique Aury, la celebre autrice di l'Histoire d'O e consulente di punta dell'editore Gallimard. Nonostante queste parole ci vorranno settant'anni perché quel libro dal sapore stendhaliano, pubblicato in Francia nel 1951, veda la luce in Italia.
«L'umanità si divide in due campi. Quelli che hanno letto I due stendardi e gli altri» - François Mitterrand
«Ritengo "I due stendardi" uno dei capolavori segreti della letteratura moderna, superiore a qualsiasi libro di Céline, eccetto forse il Voyage. Contrariamente alla narrativa celiniana, il romanzo di Rebatet ha l’autorità impersonale, la pura bellezza formale dell’arte classica» - George Steiner
«Un capitale romanzo-mondo. Tale non tanto per la mole (più di mille pagine) quanto piuttosto per l’immensità dei sentimenti che lo attraversano, il cui caleidoscopio si muove in perfetto bilico tra la melanconia per la vita passata di Proust e la pietà per l’uomo di Tolstoj» - il Fatto Quotidiano
All'origine di tutto c'è il triangolo amoroso tra Michel, Régis e Anne-Marie dietro cui si cela però lo scontro tra due concezioni della vita, due morali, due estetiche. Da una parte campeggia il misticismo di una esistenza segnata dalla fede, dall'altro il piacere e il dolore di chi vive e muore senza altro credo che il proprio valore. Attraverso le vicende, i tormenti, le aspirazioni dei tre giovani Rebatet mette in scena un potente romanzo di idee. Se l'ossessione di Michel per Anne-Marie permette a Rebatet di scandagliare il sentimento amoroso e di analizzare le sue manifestazioni con una cura, una minuzia e un'attenzione alla psicologia dell'intimità di cui non erano stati capaci nemmeno Proust e Stendhal, il cuore del romanzo rimane la ricerca se la salvezza sta nell'al di qua o nell'aldilà. Alla pari di "Alla ricerca del tempo" ne "I due stendardi" Rebatet intreccia vite e passioni adottando tecniche di scrittura musicale anche se la chiave del libro è il cinema. Sembra di immergersi nella pura tradizione delle pellicole d'atmosfera mélo degli anni Quaranta e Cinquanta. Il rapporto tra cinema e romanzo non sfugge a Truffaut che riprende diverse scene del libro per tradurle in immagini nei suoi film e amava suggellare ogni nuova amicizia donandone una copia. Dalla lettura del libro se ne esce trasformati e come disse François Mitterrand: "L'umanità si divide in due campi. Quelli che hanno letto I due stendardi e gli altri".
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Finalmente è disponibile in Italia il romanzo principale di questo scrittore "maledetto" per essere rimasto sempre coerente con le proprie idee. Ottima fattura, testo leggibile e maneggevole.
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