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La fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto
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La fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto - James Owen Weatherall - copertina
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fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto

Descrizione


«Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» Questa antica domanda, ripresa molte volte nel corso della storia da tanti filosofi e pensatori, ci impone di meditare su quella che sembra essere in assoluto la più profonda di tutte le questioni, la distinzione tra essere e non-essere, tra ciò che esiste e il nulla, il punto da cui tutto il resto deriva.

«Un piacere da leggere per i lettori curiosi e una fonte preziosa di idee per scienziati e filosofi» - Carlo Rovelli

«Di grande erudizione... un libro utile, educativo e divertente» - Matthew Stanley, New York University

«Weatherall spiega in modo molto accessibile, comprensibile e chiaro tutto quello che volevi sapere ma avevi paura di chiedere sul nulla (il vuoto quantistico)» - Priyamvada Natarajan

«Weatherall racconta l'affascinante storia di come la nostra concezione del nulla sia cambiata nel corso dei secoli, fino ad arrivare alla moderna teoria quantistica dei campi e alla gravità quantistica» - Sean Carroll

Nelle mani di un fisico, però, la domanda assume un valore del tutto inaspettato, come si vede leggendo questo splendido, coinvolgente, intenso e breve libro. Per Newton e la sua legge della gravitazione universale era necessario che esistesse a priori uno «spazio», un palcoscenico dentro il quale si potesse sviluppare il dramma della materia e delle sue leggi. Questo spazio era di per sé teoricamente «vuoto» e veniva occupato dai corpi fisici, che vi subivano «forze» precise. Proprio su questo ci fu un famoso e lungo contenzioso tra lui e Leibniz, e da quella polemica nacquero i primi problemi – filosofici e fisici, a un tempo – sul concetto stesso di spazio. Con Maxwell, anni dopo, le cose si fecero ancora più problematiche, dal momento che la nascita del campo elettromagnetico riempiva lo spazio «vuoto» di «qualcosa». Qualcosa che non era l’etere, come inizialmente qualcuno aveva proposto. Le cose peggiorarono radicalmente con Einstein e il suo spazio-tempo curvo, nel quale la trama stessa della realtà si deforma in relazione alle masse presenti; ed è difficile curvare qualcosa che non c’è. Il colpo di grazia all’idea stessa di vuoto lo ha dato infine la meccanica quantistica, specie con la teoria quantistica dei campi, nella quale il vuoto diventa in effetti un luogo piuttosto vivace. Per quanto strano possa sembrare, insomma, il «nulla» è «qualcosa».
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Dettagli

5
2017
20 aprile 2017
186 p., Rilegato
Void: the strange physics of nothing
9788833928647

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

In questo libro James Owen Weatherall, docente di Logica e Filosofia della Scienza all'università di California-Irvine, fa la storia del concetto di “vuoto”. Inizialmente ritenuto sinonimo di “nulla”, il vuoto della fisica, ovvero lo spazio vuoto, appare alla luce della moderne teorie un'“entità” fisica a tutti gli effetti, dotata di proprie singolari proprietà. Insomma, ciò che i filosofi chiamano “nulla” è tutt'altra cosa, ammesso che di cosa si tratti. In realtà, l'evoluzione dell'idea di vuoto è l'occasione per l'A. di ripercorrere l'iter della fisica da Newton alla Elettrodinamica Quantistica (QED) e alla teoria delle stringhe, soffermandosi su Maxwell, Einstein e gli sviluppi della meccanica quantistica negli anni '20 del secolo passato. Lo stile è quello dell'erudito che domina dall'alto i concetti che espone con una certa originalità (solo con conoscenze pregresse si colgono certe finezze). La trattazione è comunque stringata e comprensibile. Niente matematica e niente equazioni. Ma anche niente figure (che in varie circostanze è un grave difetto, ad esempio quando si pretende di spiegare a parole senza un supporto grafico il concetto di simultaneità nello spazio di Minkowski). Strano che nessuno spazio l'A. conceda all'energia oscura, argomento che sembrerebbe inevitabile e del tutto pertinente (salvo una noticina circa la “lambda” di Einstein). Pure discutibile che delle 130 pagine di testo, almeno una ventina siano occupate dalla diatriba fra Newton e Leibniz sullo spazio assoluto, solo per concludere che la velocità è relativa e l'accelerazione è assoluta. Piacevoli e precisi i tratti biografici di alcuni dei personaggi citati. Integrazioni importanti al testo le 30 pagine di note. Ben 25 pagine di bibliografia, quasi tutta in inglese.

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Recensioni: 5/5

Una volta era facile parlare del nulla. Beh, no: una volta non si pensava che potesse esserci "il nulla", proprio come non aveva senso parlare del numero zero. Ancora Cartesio non ammetteva l'esistenza del vuoto, e se ci pensate l'etere serviva allo stesso scopo nella meccanica newtoniana, la prima delle teorie fisiche trattate in questo libro; le altre sono l'elettromagnetismo classico, la relatività generale e la meccanica quantistica. Più che al significato fisico del concetto di vuoto (o se preferite del nulla), però, a Weatherall interessa mostrare le sue implicazioni filosofiche; s interessante la lettura che lui fa della diatriba tra Leibniz - che sicuramente il calcolo infinitesimale lo vedeva anche filosoficamente - e Newton, che oggettivamente io credevo meno interessato a tali speculazioni; sicuramente peculiari sono poi le sue interpretazioni della fisica quantistica - ma anche lì possiamo dire che ogni fisico ha le sue idee. Quello che si scopre è che il vuoto è diventato man mano sempre più "pieno", nel senso di avere una certa struttura (o tante possibili strutture come nel caso delle equazioni della relatività, per non parlare della meccanica quantistica). Nel complesso un bel testo anche se non semplicissimo, aiutato dalla buona traduzione di Andrea Migliori.

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