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Il Vangelo secondo Gesù Cristo
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Il Vangelo secondo Gesù Cristo - José Saramago - copertina
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Vangelo secondo Gesù Cristo

Descrizione


Il Gesù Cristo di Saramago, da alcuni cristiani ortodossi ritenuto blasfemo, è un carattere fortemente spirituale, ma in tutto e per tutto umano, che incarna i dubbi e le sofferenze propri della condizione universale di uomo. Il figlio di Dio, dalla nascita a Betlemme alla morte sul Golgota, affronta le medesime esperienze descritte nel Vangelo, qui però narrate secondo una prospettiva terrena, con spirito critico e senso logico. In questa storia non c'è fede nei miracoli, bensì coscienza di trovarsi in balìa della volontà di potenza di un Dio padre distante e indifferente al dolore che provoca. La serie di disgrazie, stragi e morti che costellano l'esistenza di Gesù, fino al non cercato e non accettato compimento del destino di vittima sacrificale, diventa così un'occasione per riflettere sulla contrapposizione tra bene e male, sulla problematicità di fare il giusto tramite l'ingiusto, sull'imperscrutabilità del senso della vita umana e sulla sconcertante ambiguità della natura divina.
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Dettagli

2010
Tascabile
351 p., Brossura
O Evangelho segundo Jesus Cristo
9788807721694

Valutazioni e recensioni

Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

È stata questa una lettura sofferta, trascinata nel tempo, con il libro chiuso e più volte riaperto, nell’ipotesi che nel romanzo di questo autore ateo potesse celarsi una spiritualità addirittura superiore a quella di un credente. E ora che l’ho terminato, che mi si sono schiarite le idee e che le parole mi sovvengono a tratti, sia la sera prima di addormentarmi, che il mattino al risveglio, mi chiedo continuamente se può esistere un mondo in cui la grandezza di Gesù Cristo possa essere quella di tutti gli uomini, se il suo regno un giorno riesca a diventare quello dell’umanità e non una pomposa istituzione, privilegio di pochi, costruita sul sangue di tanti martiri e accresciuta fra violenze, stragi e torbidi affari. L’unica cosa di cui ero certo prima di accingermi alla lettura era che non avrei assistito a una conversione di Saramago, e allora la domanda, inevitabile, mi frullava nella mente : non sono bastati quattro vangeli canonici, oltre a quelli apocrifi, e adesso vogliamo aggiungerne un altro; perché? Per riaffermare l’ateismo dell’autore? Per dissacrare la vita di Gesù? Per imporre la razionalità materialistica sulla trascendenza?. Devo anche confessare che io, credente, avevo una sorta di timore cupo nello scorrere le pagine, quasi come se quella lettura potesse essere un peccato, ben superiore a quello originale, perché qui derivante dalla mia esclusiva volontà. E con il peccato a tratti appariva la punizione, non tanto in un oltre tomba di castighi, quanto nel mondo dei vivi, tipo malattie, disgrazie, infortuni, retaggio di secoli in cui la Chiesa Apostolica Romana ci ha sempre mostrato un Dio vendicativo, irascibile, che non conosce il perdono, che punisce sia nella vita terrena che in quella successiva, una sorta di Moloch spaventoso più simile al diavolo che a un essere supremo che dovrebbe essere solo bontà. Un Dio con la barba, quindi, e anche nel libro di Saramago non è glabro e appare in tutto e per tutto come quella divinità su cui una certa Chiesa ha fatto conto per asservire, per accrescere il suo potere. Sin dalle prime pagine, già con il viaggio di Giuseppe e di Maria a Betlemme, mi sono tuttavia reso conto che in effetti Saramago ha teso a porre, come centralità del romanzo, l’essere umano, nel suo rapporto quasi indispensabile con un ente supremo che possa giustificare il perché nasce, il perché vive e soprattutto perché muore. La quotidianità di un mondo arretrato in cui le donne sono essere inferiori (non per niente sono nate da una costola di Adamo…), l’asprezza e la dolcezza del paesaggio, la ribellione latente per essere una colonia romana rivivono, come per incanto, davanti ai miei occhi; le descrizioni del Tempio di Gerusalemme, dei sacrifici della Pasqua scorrono come in una pellicola cinematografica, rendendo per certi aspetti agevole la lettura, e senz’altro lo sarebbe ancor di più se si riuscisse subito a dare una risposta a quelle domande poste prima di aprire il libro. È indubbio che la mia era una fretta di sapere, concorrendo fra di loro sia la naturale curiosità, sia quel senso di peccato che ora non ho più. Dalla sua nascita fino alla sua morte in croce il Gesù saramaghiano è un uomo che, come tutti gli altri, combatte contro il destino, sia che questi sia una della volontà di Dio, sia che risulti scritto in un libro cosmico che traccia il nostro percorso. Il Dio dello scrittore portoghese è un Dio che appare sempre più feroce, un dio che vuole ampliare il suo regno a tutta la terra, insoddisfatto della poca popolazione ebraica che lo venera e che, per raggiungere il suo scopo, si avvale di Gesù, un intermediario della sua volontà e che cercherà di ribellarsi, per quanto inutilmente. Nel corso di quaranta giorni e quaranta notti in cui, immersi nella nebbia, Gesù, Dio e il Diavolo s’incontreranno su una barca al centro del lago di Tiberiade, emergono i motivi per i quali un umile uomo dovrà sacrificarsi al suo dio. Una sete di potere, immensa, assolutistica intende ritrarre dalla morte con il supplizio della croce il primo martire, la novità che sconvolga i credenti ebrei, ormai assuefatti alla loro religione, e che possa trascendere i confini di quello stato, espandendosi a macchia d’olio per ogni dove, un nuovo immenso regno edificato sul sangue di innumerevoli vittime eroiche, eliminate nel modo più atroce, e ingrandito, fortificato, reso potente con altro sangue, con altre uccisioni, tutte nel nome di Dio. E se guardiamo la storia della Chiesa apostolica romana, purtroppo, c’è da ammettere che è così, pur fatte salve non poche figure di religiosi autenticamente buoni e giusti. Il potere e la gloria promessi a Gesù e che si avvereranno grazie alla sua morte finiscono quindi con l’essere l’inizio di un mondo di orrori e la passione del Cristo diventerà quella di tutti gli uomini mansueti, di quelli che si ribelleranno all’imposizione di una spiritualità disumana e che cercheranno di trovare un Dio senza più la barba. Non so se questa chiave di lettura, cioè una critica alla Chiesa cattolica che ci ha sempre dipinto un Dio tiranno, sia giusta, ma comunque non ne esclude altre, fra cui ricomprenderei anche quella di un’indipendenza interiore nella ricerca del senso della vita. Ogni tanto, nel romanzo, ci sono delle discontinuità, o comunque degli eccessi, come per esempio quello del rapporto sessuale fra Gesù e Maria di Magdala, ma la reciproca conoscenza che lo precede è di rara bellezza, l’incontro di due esseri predestinati, con il riscatto dell’una e il completamento come uomo dell’altro. E poi ci sono pagine veramente indimenticabili, come la morte sulla croce di Giuseppe, il padre di Gesù, e di Gesù stesso, che pronuncia la famosa frase, qui modificata e rivolta non tanto a Dio, ma agli uomini “Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto.”. Fra tutte le figure e i personaggi un discorso a parte merita Pastore, cioè il Diavolo, che dovrebbe essere l’opposto di Dio, e che in effetti lo è. Di fronte a una divinità sanguinaria, Lucifero, ex angelo degradato e cacciato, sembra l’unico ad avere pietà per gli uomini ed é sempre l’unico che aiuta Gesù nell’affrontare il difficile percorso della vita, disposto perfino a sacrificarsi, rinunciando al male che porta dentro, affinché di quello stesso male non si cibi più Dio, salvando così il Cristo e impedendo la nascita e l’ampliamento di un Regno basato solo sul sangue versato da centinaia di migliaia di vittime. Leggetelo con calma, perché, se non è forse il capolavoro di Saramago, tuttavia non potrà che affascinarvi e restarvi dentro.

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SILVIA CORTI
Recensioni: 4/5

Coraggioso. In un mondo ancora così fortemente influenzato dalla cultura del Vangelo, il coraggio di raccontare gli stessi fatti con un'interpretazione e un approccio diversi è notevole. Ci fa pensare che, perchè no, le cose potrebbero essere andate diversamente. Riporta molti aspetti "divini" su un piano "umano", propone spiegazioni ad eventi finora ritenuti inspiegabili. Un approccio potente e coraggioso, che trova il suo culmine nel completo ribaltamento delle responsabilità..."Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto!". Da leggere, indipendentemente da qualsiasi fede o opinione.

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GIOVANNA BIANCO
Recensioni: 5/5

Beh la trama è tutta nel titolo no? E' lo svolgimento dei fatti che riserva delle belle sorprese!Non credo che la chiesa cattolica abbia accolto di buon occhio un libro del genere. Perchè al di la della bellezza del racconto,della sensibilità dell'autore,dell'umanità dei personaggi e della carica emotiva della vicenda,Saramago ci va giù bello duro! E' un grande. -"Dio non perdona i peccati che ordina di commettere." -"Gli atti non totalmente sinceri sono sempre in ritardo." -"Non hai imparato niente,vattene,gli aveva detto Pastore,e chissà,forse aveva voluto die che non aveva imparato a difendere la vita." -"Se gliene diamo il tempo il silenzio possiede la virtù,che apparentemente lo nega,di costringere a parlare." -.."i miei fratelli e mia madre sono coloro che hanno creduto alla mia parola nel momento in cui l'ho pronunciata,(...)mia madre e i miei fratelli sono coloro che non hanno bisogno di aspettare l'ora della mia morte per impietosirsi della mia esistenza." -"Perchè si sa per le parole pronunciate dal cuore non c'è lingua che possa articolarle,le blocca un nodo in gola e solo negli occhi si possono leggere." -"Il firmamento,quell'immenso occhio nero di Dio,punteggiato di quelle luci che sono il riflesso lasciato dagli sguardi degli uomini che hanno contemplato il cielo,generazione dopo generazione,interrogando il silenzio e ascoltando l'unica risposta che esso dà."

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José Saramago

1922, Azinhaga

Narratore, poeta e drammaturgo portoghese, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Costretto a interrompere gli studi secondari fece varie esperienze di lavoro prima di approdare al giornalismo che ha esercitato con successo su vari quotidiani. Dopo il romanzo giovanile Terra e due libri di poesia caratterizzati da una forte sensibilità ritmico-lessicale, si è rivelato acquistando fama internazionale con un'originale produzione narrativa in cui rielaborazione storica e immaginazione mistica e allegorica, realtà e finzione si mescolano in un linguaggio tendenzialmente poetico e vicino ai modi della narrazione orale. Tra le sue opere più note pubblicate da Feltrinelli: Il vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Tutti i nomi, L'uomo duplicato,...

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