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un libricino piccolo, ma ben curato che mette a confronto le fiabe di Perrault con quelle di Basile, dove da quest'ultimo viene presa ispirazione. Sicuramente molto interessante conoscere l'origine delle storie che abbiamo sentito fin da bambini, ancor di più sapere che nascono da uno scrittore italiano come fiabe recitate all'interno delle corti per intrattenere il pubblico. Penso che sia un piccolo pezzo di storia che va letto
ho scoperto il lato oscuro delle fiabe. l'edizione è arricchita con cura e ricercatezza
Chi di noi non conosce le fiabe di Cenerentola, La bella addormentata nel bosco o Il gatto con gli stivali? Immagino tutti sappiate più o meno di cosa parlano, ma siete proprio sicuri di conoscerle davvero? Bene, questo libro si propone proprio di raccontare le versioni originali delle storie a noi note, quelle più macabre, ma anche più bizzarre. Il titolo dice tutto, l'altra metà delle fiabe, la parte nascosta, che non è sopravvissuta all'azione del tempo, in quanto divorata dalle rielaborazioni buoniste e perbeniste. Il tomo è articolato in sei storie, che sarebbero in realtà due diverse versioni di tre fiabe, le prime firmate Perrault e le seconde Basile. Già leggendo quelle di Perrault saranno ben evidenti le anomalie con i racconti giunti sino a noi, quelli poi divenuti film Disney, per intenderci. Ad esempio la presenza di orchesse mangiabambini o di protagoniste disposte ad uccidere pur di sentirsi amate, che nell'immaginario comune hanno perso del tutto questo lato oscuro, che in origine le contraddistingueva. In quelle di Basile però il macabro e il bizzarro fanno da padroni, come del resto anche l'estro creativo. Ciò che mi ha però colpito è il rendermi conto come queste versioni, pur essendo cruente, abbiano come primo intento non quello di spaventare o di educare, come si potrebbe pensare, bensì di intrattenere e divertire. Ed è proprio così: più di una volta mi sono ritrovata a sorridere per situazioni che di spiritoso avevano poco o niente, ma che, per la teoria dell'assurdo, sortiscono proprio l'effetto contrario.
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