L'impero dei lupi

Anna Heymes ha un problema. Nella sua vita perfetta e borghese di moglie di un alto funzionario della Polizia tutto è perfetto. Tranne il fatto che le capita, sempre più spesso, di non riconoscere il volto delle persone a lei più vicine, primo fra tutti suo marito. Parallelamente, due poliziotti indagano su una serie di omicidi nella comunità turca di parigi. I due sbirri sono il giovane Paul Nertelaux, l'uomo che crede nella giustizia immacolata, e Jean-Louis Schiffer, detto il Cifra, un uomo duro, ambiguo, avvezzo a metodi brutali. Le due storie convergenti si snodano in una Parigi cupa, battuta da un pioggia che sembra nascondere ogni elemento in un'atmosfera liquida. Un susseguirsi serrato di colpi di scena disvela una verità inquietante. E Anna scopre di avere più di un legame con tutto questo. La scrittura di Grangé, autore di grande successo e noto al grande pubblico per il best seller "I fiumi di porpora", è uno spettacolo, una visione. Anche grazie all'ottima traduzione, il lettore viene avvinto da una prosa intensamente evocativa, che non perde occasione per suggerire immagini, in un incessante gioco di suggestione ipnotica. Ogni pausa descrittiva è perfettamente misurata per non togliere ritmo all'azione. L'incalzare del climax tensivo è anche favorito dal cambiamento del "setting" narrativo che ci porta da una Parigi inedita, quasi bicefala (da una parte quella borghese dei caffè e dall'altra quella oscura e sotterranea del quartiere turco), fino al languido splendore di Instabul e ai ghiacciai dell'Anatolia. Un thriller di grande livello, capace di regalare emozioni intense.

Una scrittura degna di essere censurata. Due motivi per cui non ho messo un giudizio insufficiente: la trama è interessante e comunque sono riuscito a leggerlo tutto.