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«Di tutto e di più». Racconti, poesie, pensieri e riflessioni - Lillo Sergi - copertina
«Di tutto e di più». Racconti, poesie, pensieri e riflessioni - Lillo Sergi - copertina
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«Di tutto e di più». Racconti, poesie, pensieri e riflessioni
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«Di tutto e di più». Racconti, poesie, pensieri e riflessioni - Lillo Sergi - copertina

Descrizione


"In parte basato sulla memoria, su alcuni luoghi e personaggi di Melito di Porto Salvo (RC) del passato che hanno lasciato, anche con la loro simpatia, un piacevole ricordo. Comprende anche mie poesie in vernacolo ed italiano, miei pensieri, riflessioni e ricordi della mia infanzia (da qui il titolo.) In parte basato sulla memoria, su alcuni luoghi e personaggi di Melito di Porto Salvo (RC) del passato che hanno lasciato, anche con la loro simpatia, un piacevole ricordo. Comprende anche mie poesie in vernacolo ed italiano, miei pensieri, riflessioni e ricordi della mia infanzia".
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Dettagli

2019
29 ottobre 2019
244 p., Brossura
9788892362727

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Relazione di Carmelo Minniti alla presentazione di questo libro, "Di tutto e di più". Un ringraziamento a Lillo Sergi che a differenza degli altri relatori seduti al tavolo, conosco da poco tempo ma…devo ammetterlo, la nostra amicizia seppur non datata si è subito contraddistinta per un’ empatia che s’ è creata dalle prime battute che abbiamo scambiato ed avermi voluto qui lo dimostra. Ciò che mi ha colpito in modo particolare di Lillo è la sua generosità. Il fatto stesso che i proventi del libro siano devoluti alla “Lega del Filo d’Oro” dimostra quello che dicevo. In merito alle caratteristiche di Lillo che m’ han colpito fin da subito non nascondo che sento un certo imbarazzo nell’ intervenire qui questa sera che oltre a essere quello con meno esperienza tra i relatori seduti al tavolo ed avere inoltre un’ amicizia meno datata rispetto agli altri con lui. In effetti l’ imbarazzo nasce dal fatto che non sono come voi scrittore o poeta o giornalista e quindi per questo cercherò lo stesso di metterci anch' io del mio ma soprattutto di ringraziare Lillo per avermi voluto fortemente qui questa sera. Forse l’ unico merito che ho in questo senso e che Lillo mi riconosce è quello di amare la lettura…quello sì…in particolare mi piace leggere ciò di cui m’ interesso, ciò che più m’ importa, e tra queste cose c’ è sicuramente il mio lavoro e quindi le cose che amo, la nostra Melito, la nostra Regione…insomma il Sud in generale. La prima cosa che mi viene da dire, fortunatamente e che oltre a te, Saverio Orlando, c’ è gente come Peppe Toscano, Lillo, Achille Iachino ma anche Natale Pansera e Mario Alberti che avete deciso di lasciar qualcosa a noi che apparteniamo a qualche generazione più in là, in modo da poter tramandare la memoria di luoghi, di posti, di usanze, di persone che furono…che ci sono. Io interpreto questa produzione letteraria di Melito perché non so come quanto coscientemente l’ abbiate fatto, con quale consapevolezza ma io credo che sia un monito, una sorta di estremo tentativo nei confronti delle generazioni successive di raccontarci di come e perché si riesca ad amare le proprie origini, nonostante tutto…cioè questo è un insegnamento importante che Lillo con questo libro ci da. Lui affronta dei periodi nei quali in effetti le cose non erano così semplici. Sì… è vero…noi oggi stiamo passando un periodo molto particolare ma quello che lui ci racconta è tutta un’ altra storia…lui parla del secondo dopoguerra…di situazioni molto complesse ma lo fa sempre con un filo rosso, un legame rispetto alle cose che racconta, rispetto ai luoghi, alle usanze, alle tradizioni, alle persone che fanno trasparire quell’ amore viscerale che spesso oggi dimentichiamo. Quindi poter leggere di personaggi come Peppe Minicuci, Peppinello Nipote, il Checco, Corpetto, Pascali Liuni, Celestinu Manganaru, Ninu Tringali, Carmelo Falco, è un modo di restituirli alla memoria collettiva non solo a quella dei parenti e questo lo trovo particolarmente importante nel momento in cui la nostra memoria, invece, è molto volatile. Poter leggere delle proprie origini, dei luoghi della propria infanzia, dei personaggi della propria città, è un modo semplice, Lillo, che tu hai utilizzato per dimostrare in modo forte, in modo importante, l’ importanza delle nostre radici. Io, leggendo il libro, immaginando alcune situazioni che Lillo racconta, mi è venuto di fare un paragone rispetto alla situazione odierna, a quanto noi teniamo alla memoria rispetto a quello che Lillo ci dice nel libro. Però questo paragone l’ ho fatto attraverso la metafora delle immagini. A noi penso che capiti a tutti,per esempio a cercare o ad imbatterci in fotografie storiche, fotografie d’ epoca nelle case dei nonni, fotografie in bianco e nero che probabilmente hanno anche 50, 60, 70 anni. Bene…quelle fotografie sono arrivate fino ad oggi e rappresentano probabilmente momenti particolari, legati sempre a qualche evento o a qualche episodio. Beh, oggi ce le ritroviamo…rispetto ad una società invece come quella odierna, liquida, in cui temo che molti di noi, tra qualche anno, avranno letteralmente smarrito anche la memoria delle immagini che raccontano episodi importanti della nostra vita. Ormai le nostre foto durano il tempo di vita di un telefonino…un paio d’ anni e se qualcuno addirittura più accorto fa il backup sul computer dureranno al massimo 6, 7 anni, il tempo d’ estinzione del computer. Ecco…noi stiamo perdendo il valore della memoria, delle nostre esperienze, delle nostre vite mentre Lillo con il suo libro ci fa capire quanto questo sia importante. Io l’ ho ritrovata fortemente questa sua capacità, l’ importanza di trasmetterci queste esperienze in poesie come “Ciau ciau vecchji mestieri” “Antichi sapori” , le usanze, “Tempi belli ch’ finiru”, “A conca d’ u brascjieri”, “Giustu sempri ‘u passatu ricurdari”…proprio appunto. Per non lasciarci sopraffare dal pessimismo per quanto riguarda la situazione di Melito sia politicamente che economicamente di cui Peppe Toscano ci ha parlato paragonando la Melito di oggi a quella che invece Lillo ci descrive e che in parte condivido, devo però citare proprio Lillo (dimostrando così di aver letto tutto il libro dall’ inizio alla fine) e cito proprio 2 poesie che vi invito poi con calma a leggere per capire ciò che voglio dire e sono: una è “Abbiam toccato il fondo” che si riferisce proprio a quello che ha detto Peppe e, dopo qualche pagina troviamo “Avanti sempre con coraggio” ed è una poesia dove si sprona il lettore ad uscire dai social, dalle piattaforme virtuali per, appunto, riprendersi quei luoghi, quegli spazi reali che toccano ai cittadini.

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