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Si tratta di un romanzo breve di Conrad, da tempo considerato uno dei suoi migliori lavori. Come tipico dell'autore, l'opera ha un'ambientazione marinaresca, ma non è inquadrabile nella semplice letteratura di viaggio. Infatti, il focus rimane sulla psiche dell'anonimo protagonista (e dello stesso giovane Conrad) e sugli effetti che alcuni avvenimenti esterni hanno su di essa. Data la linearità della trama, la lettura è piacevole e scorrevole, seppur occorra qualche tempo per familiarizzare con il linguaggio tecnico-nautico frequentemente impiegato dall'autore. In generale, direi che questo libro è un ottimo porto di ingresso per la produzione conradiana e può offrire anche alcuni spunti di riflessione introspettiva, specie per un adolescente o un giovane adulto.
Per una sorta di capriccio dovuto a noia, stanchezza e insoddisfazione il giovane Joseph Conrad, ufficiale in seconda su un battello a vapore a Bangkok, decide di abbandonare il proprio posto di lavoro per tornare in patria. Ma prima di partire gli si presenta un’ occasione che non si può rifiutare, il comando di un veliero, quindi cambia i suoi piani e accetta l’ offerta. Per lui sarà un’ esperienza dura e difficile, tra epidemie e febbri che metteranno fuori uso l’ intero equipaggio, bonacce che impediranno alla sua nave di viaggiare e il vago incombere di una maledizione lanciata dal vecchio capitano. Conrad avrà lunghi momenti di sfiducia e smarrimento, fino ad arrivare ad un’ indifferenza che lui stesso definirà come la strisciante paralisi d’ un orizzonte senza speranza. Ma saprà reagire e venirne fuori, pur conservandone segni indelebili. Questa storia anche se reale, perché effettivamente vissuta dall’ autore, ha comunque un forte valore simbolico. Il viaggio è una metafora della vita dell’ uomo in tutte le sue fasi e in particolare di quel preciso momento in cui si oltrepassa quella che Conrad chiama “la linea d’ ombra” cioè il confine che divide la giovinezza dall’ età adulta. Tutte le difficoltà che il giovane capitano incontra durante la navigazione sono facilmente identificabili come riferimenti ai problemi e agli ostacoli che sempre ci troviamo ad affrontare nel corso della vita. La prosa è incantevole e il ritmo blando rende bene l’ idea del lento scorrere del tempo. Molto bello il rapporto di stima e amicizia che l’ autore instaura con il cuoco di bordo Ransome e quello più tormentato e spesso ironico con il suo vice, il signor Burns. Un libro molto consigliato, breve ma intenso, con un profondo significato e un protagonista in cui è facile rivedersi.
Ho trovato questo libro un po' deludente. Dopo un inizio interessante, diventa assai statico e monotono, con tematiche appena accennate ma mai sviscerate fino in fondo, mantenendosi sulla superficie. Probabilmente la mia lettura è stata influenzata dal fatto che il romanzo mi ricorda vagamente La ballata del vecchio marinaio di Coleridge, la cui bellezza e liricità, a mio avviso, rimane insuperabile.
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