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Niccolò Campani fu un celebre poeta, musico e performer attivo fra Siena, Roma e le corti padane nel primo ventennio del XVI secolo, quando si stavano verificando cruciali passaggi fra oralità, scrittura e stampa all'interno della nuova letteratura volgare e del nascente teatro profano.
Questo studio ne restaura radicalmente il profilo intellettuale e l'esperienza storica entro i circoli leonini di Agostino Chigi, di Bibbiena, di Berni, e di Aretino, dove egli si guadagna presto fama e prestigio dietro la maschera scenica di Strascino, buffone sifilitico tragico e grottesco che fa teatro della malattia reale dell'attore-autore. La sua produzione - raccolta e riletta in queste pagine in una prospettiva unitaria, con la restituzione di alcuni inediti - comprende liriche di stampo nenciale e rusticale, tre diversi componimenti teatrali e il celebre Lamento sopra el male incognito che fu il suo più duraturo trionfo recitativo e editoriale. Come il grande Beolco-Ruzante, suo stretto collega, così anche il Campani restò alla fine prigioniero del suo inquietante alter ego Strascino, che qui abbiamo cercato infine di separare da lui.
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