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Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Vol. 1: Figure della soggettività e «imitatio» dal romanticismo al decadentismo.
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Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Vol. 1: Figure della soggettività e «imitatio» dal romanticismo al decadentismo. - copertina
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Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità

Descrizione


«Questa ricerca parte dal celebre studio Europaeische Literatur und Lateinisches Mittelalter (La letteratura europea e il Medio Evo latino) del 1948 dove Ernst Robert Curtius ricostruisce una linea di continuità tra antichità classica e letteratura europea moderna sulla base comune della letteratura latina medievale. Al progetto dello studioso tedesco, già concepito una ventina d'anni prima, era anche sotteso un intento politico, quello di individuare l'unità di questa tradizione nello spazio e nel tempo a fronte del caos spirituale contemporaneo avviato a deflagrare nel conflitto mondiale. Dello studioso spicca una immagine nella memoria che è a suo modo eroica, quella di un uomo che lavorava, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, in una modesta biblioteca privata, dentro a un appartamento le cui finestre erano state frantumate dalla esplosione delle bombe. Qualcuno ha definito Curtius un "umanista della guerra fredda", alludendo al suo conservatorismo politico; ma quel progetto concepito negli anni '20-'30 della "trahison des clercs" appare come una risposta coerente alla grande sfida intellettuale e politica come la si percepiva in Germania in quegli anni, allorché egli portò a coscienza l'imminente caduta della "mente germanica", reagendo alla Krisis con la proposta di un umanesimo integrale fondato sulla retorica antica e, nella modernità, sulle sue matrici cristiane. Se questo libro è la aristocratica difesa di un ideale che possiamo chiamare "l'Europa dello spirito", è anche però il prodotto storico di una particolare generazione, quella che raggiunse la sua maturità durante gli anni venti del secolo, fra cui Curtius annoverava compagni di strada come Gide, Ortega e, soprattutto, Eliot. Nella sua prospettiva di lunga durata, il grande romanista indica dunque nel Medioevo latino e cristiano, piuttosto che nel Rinascimento e nella classicità tradizionalmente intesa, la radice di un nuovo umanesimo garante dell'unità spirituale dell'Europa. E individua nella retorica i principi normativi di un sistema il cui tessuto connettivo è costituito dai topoi: ovvero, quel repertorio di costanti morfologiche che costituiscono l'ossatura della tradizione letteraria occidentale. I topoi nascono dalla forza di esemplarità che spinge i poeti a imitare (ed emulare) certi prodotti letterari autorevoli, consacrati dalla tradizione (la Bibbia e i Classici, in particolare): essi vivono infatti sul punto di tensione fra tendenza conservativa e spinta innovativa del sistema letterario assicurando la continuità della tradizione nel momento in cui la loro variazione incessantemente la riscrive. La natura iterativa che li caratterizza riguarda tanto le forme che si irrigidiscono in formule, quanto i contenuti che si cristallizzano in luoghi comuni...» (Sergio Zatti)
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Dettagli

2019
28 maggio 2019
Libro universitario
246 p., ill. , Brossura
9788869955297
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