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Non se ne può più. Il libro dei tormentoni
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Non se ne può più. Il libro dei tormentoni - Stefano Bartezzaghi - copertina
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Non se ne può più. Il libro dei tormentoni

Descrizione


Era un giorno come un altro, c'era anche bel tempo e non si preannunciava nulla di insolito. Vi siete preparati, vi siete avviati alle vostre solite attività, tutto appariva perfettamente normale quando su un autobus, per la strada, al bar, in un corridoio, al telefono per la prima volta avete sentito qualcuno pronunciare la frase (e magari era rivolta proprio a voi): "Non me ne può fregare di meno". All'improvviso, il mondo non è più stato lo stesso. "Non se ne può più": è vero per ogni tormentone, ma è un tormentone esso stesso. Dal "cioè" degli anni Settanta all'"attimino" degli Ottanta sino ai più recenti "piuttosto che" e "quant'altro"; dalle frasi che si leggono sulle magliette ai più logori stereotipi della chiacchiera politica, la scienza tormentologica che qui viene evocata, se non fondata, non intende esorcizzare, censurare o addirittura cancellare i tormentoni, ma solo convincerci della necessità di non lasciarci ipnotizzare dalla loro seduzione. Se in passato è stato possibile dire che l'autore di questo libro ama studiare "l'allegria delle parole", oggi occorre aggiungere che solo una sfumatura separa l'allegria dall'allergia. I "tormentoni", di cui Stefano Bartezzaghi propone qui un primo censimento, sono parole e altre espressioni allergogene e urticanti che usiamo meccanicamente, perché sono state di moda, perché sembravano azzeccate, spiritose, prestigiose, necessarie, così come i più appiccicosi motivetti promossi dalle radio d'estate.
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Dettagli

2010
2 novembre 2010
257 p., Brossura
9788804598060

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Esilarante rassegna dei tormentoni con cui inevitabilmente ci imbattiamo quotidiamente (dall’ormai consumato “anche no” ai grandi classici come “un lucano!”), compilata dall’enigmista e linguista di Repubblica con il consueto stile brillante e leggero. Bartezzaghi esplora con divertito spirto critico le varie espressioni che si susseguono e diffondono fino a che “non se ne può più” (compresa appunto “non se ne può più”), tentandone anche una ricostruzione storica che affonda le sue radici nella politica e nel costume italiano del secolo scorso, con immancabile riferimento a classici della televisione come “Indietro tutta”. Una riflessione divertita sul nostro modo di usare il linguaggio, animata dalla speranza di poter resistere alla “prevalenza del tormentone”, ma anche dalla consapevolezza che “classificarli è improbo, deprecarli è van, ignorarli è impossibile”.

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Stefano Bartezzaghi

1962, Milano

Viene da una famiglia di enigmisti - il padre, Piero, era un famoso cruciverbista - e come autore ha esordito con un rebus nel 1971. Collabora con «la Repubblica» con rubriche di giochi (Lessico e nuvole) e di linguistica (Lapsus). Ha pubblicato numerosi volumi, tra i quali una storia del cruciverba, L'Orizzonte verticale (Einaudi 2007), Non ne ho la più squallida idea. Frasi matte da legare (Mondadori 2007), il racconto Variazioni (nel volume collettivo Questo terribile, intricato mondo, Einaudi 2008), Lezioni di enigmistica (Einaudi 2009), L'elmo di Don Chisciotte, contro la mitologia della creatività (Laterza 2009), Scrittori giocatori (Einaudi 2010), Non se ne può più - il libro dei tormentoni (Mondadori 2010), Sedia a sdraio (Salani 2011). Nell'ottobre...

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