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Anno edizione: 2014
Anno edizione:
Anno edizione: 2009
Lo struggente ritratto di un amore impossibile e la storia indimenticabile di un'epoca, di una città.
«Era l'istante piú felice della mia vita, e non me ne rendevo conto. Se l'avessi capito, se allora l'avessi capito, avrei forse potuto preservare quell'attimo e le cose sarebbero andate diversamente? Sí, se avessi intuito che quello era l'istante piú felice della mia vita non mi sarei lasciato sfuggire una felicità cosí grande per nulla al mondo.»
Entrato in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata, Kemal Basmaci, trentenne rampollo di una famiglia altolocata di Istanbul, si imbatte in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto anche eroticamente molto intenso. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata: per quanto di mentalità aperta e moderna, in lui sono comunque radicati i valori tradizionali (e anche un certo opportunismo). Così si fidanza e perde tutto: sconvolta dal suo comportamento, Füsun scompare, mentre Kemal, preda di una passione che non gli dà tregua, trascura gli affari e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato. Kemal però non si dà per vinto. In assoluta castità, continua a frequentarla per otto lunghi anni, durante i quali via via raccoglie un'infinità di oggetti che la riguardano: cagnolini di porcellana, apriscatole, righelli, orecchini... Poterli guardare, assaggiare, toccare è spesso la sua unica fonte di conforto. E quando la sua esistenza subisce una nuova dolorosa svolta, quegli stessi oggetti confluiranno nel Museo dell'innocenza, destinato a rendere testimonianza del suo amore per Füsun nei secoli futuri. La storia di un'incontenibile passione, ma allo stesso tempo uno sguardo ora severo, ora ironico, ma certamente non privo di profondo affetto sulla Istanbul di quegli anni e sulla sua contraddittoria borghesia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Consigliato dalla prof di letteratura moderna, questo libro lo può sentire dentro chi conosce le pene d'amore, anche i suoi periodi lenti, ripetitivi e dolorosi fanno parte di un sentimento di malinconia che nella vita vera è proprio così logorante, la storia dei 2 amanti passo passo prende strade inaspettate, la speranza sembra avvicinarsi ma poi cambia nuovamente tutto. L'idea di fermare tramite gli oggetti il ricordo di un amore così forte potete coronarla andando a vedere l'omonimo museo ad Istanbul, dove ritroverete gli oggetti capitolo per capitolo e rivivrete la storia nella casa di Füsun!
Eppure è vero! Ogni tanto gli scrittori, quelli bravi, si concedono “lecite vacanze” ma per noi lettori esigenti non sono assolutamente ammesse!! Dopo aver letto “Il mio nome è rosso”, “Neve”, “Il castello bianco” e “Il libro nero” (bellissimi, degni di un Premio Nobel) mi sono imbattuto, non casualmente, complici la quarta di copertina letta in libreria e la grandezza indiscussa dell’autore, in questa lettura con tantissime aspettative, lo ammetto. Ma ahimè, purtroppo disattese dopo le prime cento pagine. Troppo poche, potreste pensare? Allora duecento o trecento, cambia poco!! Libro melenso, quasi da romanzo rosa, piatto e ripetitivo sino alla noia. Ho fatto non poca fatica per arrivare all’ultima pagina ma l’ho completato. Volete un po’ di trama? Eccola! Un lunghissimo elenco di anticaglie custodite con cura maniacale a cui sono legati i più belli o dolorosi ricordi giovanili. Tutta qui. Uhm! Ho riposto nel tempo fiducia cieca su Pamuk e non sarà certo questo libro a scalfirla!! Considero Pamuk un piacevole amico/autore di letture eccellenti ed educative. Ma stavolta sono rimasto un po’ perplesso, per non scrivere deluso, dopo aver ultimato la lettura di questo libro!!! A mio modesto parere un testo esageratamente banale, (colpa del traduttore? Non credo.) e per nulla fedele a ciò che la quarta di copertina ti suggerisce. Non è garbato scrivere certe cose di un Premio Nobel, io sono l’ultimo recensore del pianeta, ma è anche vero che i grandi scrittori non scrivono soltanto capolavori. Tranne qualche isolata eccezione.
storia molto particolare, ambientata negli anni '70 del 900 ma con protagonista un rapporto amoroso che ha connotati ottocenteschi. Concordo sulla prolissita' di certe parti , ma i principali personaggi mi sono rimasti ancora adesso , dopo diversi anni, impressi , e mi hanno creato una certa empatia . Memorabile poi il viaggio dei due protagonisti a lungo programmato da Istanbul a Parigi su una grossa cabriolet americana , tutto via terra e con autista e suocera al seguito, che verra' poi solo iniziato . Mi sono fatto l'idea che , in generale, i libri che in qualche modo si ricordano dopo anni sono quelli che , magari non del tutto coscientemente , ci sono piaciuti di piu' .
Recensioni
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