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molto carino, l'ho scoperto per caso e mi é piaciuto molto
Mi è piaciuto tanto, storia ed emozioni che tutti abbiamo vissuto e in cui è facile ritrovarsi, gay o etero che sia; ovviamente i primi ritroveranno la difficoltà di fare coming out o la delusione che si può vivere quando è l'altro a negare se stesso, ma può essere utile anche per gli etero che possono capire il disagio che prova un ragazzo nel dichiararsi prima a se stesso. L'empatia, secondo me, è la chiave per non discriminare nessuno. La lettura è semplice e scorrevole, quindi ogni pagina vola via. I capitoli si alternano con i punti di vista dei due protagonisti, e in questo caso ho trovato che a volte le voci si confobdessero, dovendo ad esempio andare a inizio capitolo per rivedere chi era a "parlare". A parte questo, assolutamente lo consiglio
Avete presente quei romanzi che iniziano ad ingranare dopo una ventina di pagine? O quei romanzi che ti catturano nel loro vortice fin dalle prime righe? “Puoi sentire la notte?” è uno di questi. La scrittura è scorrevole, semplice -in senso buono-, coinvolgente fin dalle prime pagine. Questi due personaggi così forti e fragili allo stesso tempo, ti catturano fin dalle prime parole, così da non essere più una lettrice che sta leggendo, ma senti di essere all’interno della storia e di “spiarli” da dietro l’angolo. Una cosa che non sapevo però, è quanto mi avrebbero fatto male certe frasi. Perché ci sono momenti di Stefano che mi hanno graffiato dentro e mi hanno fatto fermare e ritornare in mente cose dei tempi della scuola, che preferisco non pensare. Per motivi diversi da quelli di Stefano, posso capire quello che ha passato a scuola. Stefano per la sua sessualità, io per il fatto che sono robusta, in carne ecco. Sono due tipi di bullismo diversi, due situazioni diverse, ma entrambe che segnano nel profondo. E quando un romanzo ti fa fermare e vagare con lo sguardo intorno a te. Ti fa riflettere, ricordare, soffrire o gioire, capisci che quel romanzo ti resterà dentro. E’ facile immedesimarsi in Stefano o Kevin, perché sono due ragazzi che hanno vissuto tragedie famigliari, drammi scolastici, gioie e divertimenti come tutti noi. Due ragazzi che cercano di superare le avversità e cercano di andare avanti. Perché devono, non possono fermarsi. Hanno l’intera vita davanti a loro. Due ragazzi che devono fare i conti con le proprie scelte e capire cosa fare della propria vita. Perché ognuno di noi nel corso della vita si pente di certe scelte, ognuno di noi ha rimpianti che ci logorano poco a poco. Dovranno capire come andare avanti dopo che una tragedia ti distrugge nell’anima. Tutti noi subiamo delle perdite nel corso della vita, purtroppo è così. Ma ci sono alcune perdite che ci distruggono nell’anima ed questo che succede a entrambi. E’ questo che loro devono affrontare, che devono cercare di superare in qualche modo. Riusciranno con l’aiuto delle persone amate e con l’aiuto dell’altro, ha superare tutte le avversità? Riusciranno a superare i loro demoni? Riusciranno a ritrovare la felicità che meritano? Una cosa che ho apprezzato anche, è l’inserimento dei social network all’interno della storia. Perché non ha fatto altro che renderlo più reale, più veritiero. Molti scrittori o scrittrici, non scrivono mai dei social, sembra quasi che pensino che possa rovinare la poesia del racconto, della storia. Ma non è così secondo me, la tecnologia fa parte della nostra storia, della nostra epoca attuale. L’unica cosa che secondo me stona, è quel capitolo di tre pagine con il punto di vista di Roberto. Si capisce quanto è odioso, presuntuoso, arrogante e pieno di se già dai dialoghi con Stefano, e secondo me quelle tre pagine non erano necessarie. Se dovessi trovare una nota negativa, sarebbe che è finito troppo presto, voglio sapere altro di questi due personaggi. Consiglio questa lettura.
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