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Una storia tesa e avvincente tra Milano e la Bassa, in bilico fra traffici di droga, criminali senza scrupoli e l’ombra del terrorismo, dove antichi nemici ritorneranno dal buio per reclamare la loro vendetta.
«Milano resta una scacchiera in continua evoluzione su cui gioca Radeschi» - Corriere della Sera
«Sebastiani & Radeschi sono ormai una coppia collaudata del noir meneghino del bravo Paolo Roversi» - il Fatto Quotidiano
I vecchi incubi di Enrico Radeschi tornano a perseguitarlo, e lo fanno colpendolo negli affetti più cari: qualche giorno prima di San Valentino la sua ragazza Andrea, a Salisburgo per una conferenza, scompare nel nulla, e lui è l'unico in grado di scoprire cosa le sia capitato. Ben presto si rende conto che quel rapimento è solo un tassello di un piano più grande che lo costringerà a una spasmodica e angosciosa corsa contro il tempo. Qualcuno nell'ombra sta tessendo abilmente i fili di una ragnatela in cui Radeschi rischia di rimanere invischiato, e la sua unica possibilità di salvezza consiste nel trasformarsi da preda in cacciatore. Per farcela avrà bisogno di tutto l'aiuto dei compagni di sempre: il vicequestore Sebastiani, brillante poliziotto col sigaro perennemente spento fra le labbra, e il Danese, delinquente dal cuore d'oro con un'iguana che vive sotto i suoi vestiti. L'ottava avventura del giornalista hacker protagonista della fortunata serie di Roversi si dipana - tesa e vibrante come una corda pronta a spezzarsi da un momento all'altro - tra Milano e l'Austria, in bilico fra traffici di droga, criminali senza scrupoli, rapine al femminile, dischi di vinile e colpi di scena scanditi dalla musica di Mozart e Bob Dylan, mentre un antico nemico riemerge dalle nebbie del passato per reclamare la sua crudele vendetta.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un giallo che va oltre il genere e che affronta mirabilmente tematiche attualissime e di grande impatto emotivo come invidie sociali e imperi costruiti sui traffici di droga internazionali, terrorismo e criminalità al femminile; e li affronta come se lo stesso romanzo fosse un grande set cinematografico dove sotto gli occhi dei lettori scorrono a una velocità e a un ritmo appassionanti location e città, vittime e carnefici, azione e corsa contro il tempo. Chi legge, pertanto, si trova catapultato nel bel mezzo della suspense fin dalle primissime pagine. C’è una rapina condotta con freddezza e audacia da quattro donne mascherate che, armi in mano, fanno irruzione in una festa privata in casa di Alfio Perego, titolare di una concessionaria di automobili di lusso, che aveva invitato una quarantina di persone, tutte appartenenti all’alta borghesia milanese, scatenando panico e stupore. Ma questo è solo l’aperitivo che l’autore serve ai lettori perché da bravo sceneggiatore, oltre che scrittore, Roversi fa presto a cambiare scena e azione e come nelle migliori pellicole di Antonioni si è “costretti” a seguire altre azioni e altri dialoghi e quasi a dimenticarsi da dove si era partiti con la storia. Più scene, più cammei, più piste e anche qualche intelligentissima dissolvenza incrociata che serve a chi legge per tenere sempre bene a mente il focus della trama. Tutto questo basterebbe già per rendere Il pregiudizio della sopravvivenza un giallo intrigantissimo e originale, ma in realtà c’è di più, c’è la penna di Paolo che si lascia andare a una ironia e a un sarcasmo così intelligenti e giusti da rendere questo romanzo estremamente godibile in ogni sua pagina. E attenzione, usare l’ironia in un giallo non è per tutti, perché se usata male la stessa può diventare un’arma a doppio taglio. Ci vogliono i tempi giusti, i dosaggi appropriati, e anche un po’ di predisposizione personale. Tutte cose che Paolo Roversi fortunatamente possiede.
Recensioni
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