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Anno edizione: 2020
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Lo aspettavo da tempo e mi ha seriamente deluso. Sembra quasi che Weis & Hickman non siano andati a rileggersi I Draghi dell'alba di Primavera come avrebbero dovuto per ricostruire le psicologie dei personaggi in maniera coerente, e hanno inserito troppi elementi spuri. Il lavoro di traduzione non aiuta. Il Concilio di Whitestone diventa il Consiglio della Pietra Bianca, "Beren, l'uomo eterno" diventa "Beren Everman", quando si sa che "everman" non è un cognome, ma un soprannome. Nella trilogia originaria i cognomi dei personaggi non compaiono. Sarebbe come dire che Tanis fa di cognome Halfelven. Persino Raistlin, che sotto la penna della Weis era sempre stato un idolo, mi ha deluso.
Si conclude la nuova trilogia delle Cronache Perdute, con il più bel libro di questa saga che pone finalmente l'accento sugli avvenimenti relativi alla genesi del percorso oscuro del mago Raistlin Majere. Libro più agile dei due precedenti (circa 100 pagine di meno), si colloca tra la caduta dell'imperatore Ariakas e la sconfitta di Takhisis, dunque tra il secondo e il terzo libro delle Cronache. Emerge tutta l'ambiguità di Raistlin, la sua sagacia, il suo interesse e la sua capacità di sviluppare piano dentro ad altri piani, appoggiando e tradendo entrambe le fazioni in lotta per raggiungere il proprio obiettivo personale. Seguendo un'impostazione del tutto diversa e quasi opposta rispetto a quella prevista in altri lavori (per esempio il ciclo di Darksword), Weis e Hickman mostrano quanto la (momentanea) scomparsa della magia possa sconvolgere la vita della persone abituate ad utilizzarla. Finchè un oscuro mago non propone di ristabilire l'ordine...
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