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Award Premio Mondello - Opera Italiana - 2014
Nationality Letteratura: Italia
La vita in tempo di pace
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La vita in tempo di pace - Francesco Pecoraro - copertina
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vita in tempo di pace

Descrizione


L'ingegner Ivo Brandani è sempre vissuto in tempo di pace. Quando il libro comincia, il 29 maggio 2015, Ivo ha sessantanove anni, è disilluso, arrabbiato, morbosamente attaccato alla vita. Lavora per conto di una multinazionale a un progetto segreto e sconcertante, la ricostruzione in materiali sintetici della barriera corallina del Mar Rosso: quella vera sta morendo per l'inquinamento atmosferico. Nel limbo sognante di un viaggio di ritorno dall'Egitto, si ricompongono a ritroso le varie fasi della sua esistenza di piccolo borghese: la decadenza profonda degli anni Duemila, i soprusi e le ipocrisie di un Paese travolto dal servilismo e dalla burocrazia, il sogno illusorio di un luogo incontaminato e incorruttibile, l'Egeo. E poi, ancora indietro nel tempo, le lotte studentesche degli anni Sessanta, la scoperta dell'amore e del sesso, fino ad arrivare al mondo barbarico del dopoguerra, in cui Brandani ha vissuto gli incubi e le sfide della prima infanzia. Chirurgico e torrenziale, divagante e avvincente, "La vita in tempo di pace" racconta, dal punto di vista di un antieroe lucidissimo, la storia del nostro Paese e le contraddizioni della nostra borghesia: le debolezze, le aspirazioni, gli slanci e le sporcizie, quel che ci illudevamo di essere e quel che alla fine, nostro malgrado, siamo diventati.
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Dettagli

2019
14 novembre 2019
512 p., Rilegato
9788833313290

Valutazioni e recensioni

Eclipse
Recensioni: 5/5
Come eravamo, come siamo

Francesco Pecoraro è architetto, poeta e scrittore. L'ho 'scoperto' solo recentemente, curiosando in rete e di ciò mi dolgo (sempre meglio tardi che mai...). Questo romanzo è un memoriale intimo e amaro, nel quale il protagonista, alle soglie dei 70 anni, ripercorre la propria vita in un flashback che tocca vicende personali ed eventi della storia italiana, dal secondo dopoguerra ad oggi. Avere speranze e sogni significa vederli avviliti da una realtà meschina e volgare. Questo libro racconta di noi con una scrittura rara, elegante, precisa.

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Recensioni: 3/5

Al termine della lettura di uno dei romanzi italiani più apprezzati degli ultimi due anni, con più di cinquecento pagine alle spalle, il lettore è legittimato a chiedersi: perché questo successo? La risposta più probabile che potrebbe ricevere da uno degli estimatori del libro è: perché se ne sentiva la mancanza. Ma è davvero così? In un futuro talmente prossimo da essere ormai superato (il 29 maggio 2015) Ivo Brandani, ingegnere settantenne impegnato nella sostituzione della barriera corallina del Mar Rosso con una installazione artificiale identica a quella naturale, bloccato in un aeroporto egiziano dal ritardo del volo che lo riporterà nella sua città, la Città di Dio (Roma), riflette sulla sua esistenza. Quali sono le prove che posso produrre a testimonianza dell'essere vissuto? si chiede Brandani. La risposta la dà l'autore, alternando i frammenti dalla sala d'attesa dell'aeroporto egiziano a capitoli più lunghi, incentrati sulle fasi rappresentative, dall'anzianità all'infanzia, della vita del protagonista, nato alla fine della seconda guerra mondiale e vissuto in tempo di pace. Ivo Brandani è un tecnico, un homo faber; seppur dotato di una predisposizione e un interesse naturale per la filosofia, decide di diventare ingegnere: nella scienza il pensiero filosofico può divenire concreto contribuendo alla trasformazione del mondo, a unire ciò che è diviso e a dividere ciò che è unito, alla sua costruzione: il perché dell'esistenza di un manufatto, ad esempio di un ponte, è spiegato semplicemente dalla funzione. Eppure Brandani, al termine della sua carriera lavorativa, è impegnato in un cantiere che ha per scopo la sostituizione della barriera corallina con una artificiale; Ivo è un amante del mare, della vita libera e feroce che si svolge sotto il pelo dell'acqua: ma il mare sta morendo, se ne può conservare solo una copia artificiale che illuda sulla sua vitalità. Qualcosa è andato storto. Ivo Brandani è prigioniero dell'inganno, del tormento che deriva dal confronto tra ciò che il mondo è e ciò che il mondo dovrebbe essere, dell'incapacità di adeguarsi alla realtà, della distanza tra realtà e idealità, dell'attegiamento critico che ne consegue. Quando era giovane, quando ancora poteva essere salvato, nessuno lo ha messo in guardia, nessuno lo ha mai educato all'assoluta instabilità di tutte le cose, delle ferite che l'agire coerentemente alle idee e alle teorie, al giusto e al dovuto, avrebbero potuto infliggere nella sua fragilità. Nessuno lo ha mai educato alla perdita dell'innocenza. Rancore, rabbia, odio, delusione, senso di colpa: questi e i loro derivati sono i sentimenti presenti nella voce di Brandani. E l'amara consapevolezza di avere fallito, di avere scoperto che chi è stato oggetto del suo disprezzo, il padre su tutti, era persino migliore di lui. Ne "La vita in tempo di pace" non esiste una trama, lo sviluppo di una storia. Esiste la trascrizione dei cliché, dei comportamenti, dei vizi, dei difetti della società italiana dal dopoguerra ad oggi. Ne fanno parte individui archetipi: dirigenti d'azienda senza scrupoli, preti camilleschi, impiegati pubblici indifferenti, sessantottini arrivisti. Ne fa parte soprattutto Brandani, uomo giusto e meritevole, colto, di sinistra ma senza coraggio, perdente, sopraffatto dalle circostanze, dagli altri, dall'inferno relazionale che è la vita in tempo di pace. Abitano il paese della devastazione del territorio, della bellezza assediata e distrutta dall'ignoranza e dall'incuria, emblematicamente rappresentato da Roma, la Città di Dio, un paese dove politica, corruzione e burocrazia distruggono allo stesso modo paesaggi e vite. Francesco Pecoraro scrive un'opera personale e testamentaria, colta, infarcita di scienza e tecnica, architettura e filosofia, politica e storia, un affresco sociale severo e senza speranza, a tratti noioso, autocritico e definitivo al punto da essere completamente privo del senso del mistero incomunicabile, sottratto dalla famiglia narrativa per essere inserito in quella della saggistica, del documento storico. Un'interpretazione, un punto di vista plausibile, di settant'anni d'Italia. Niente in fondo è indispensabile, ma ora che c'è, ora che il romanzo è stato scritto, letto, ora, forse, lo si può dire: ora che c'è se ne sentiva la mancanza.

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FABIO TUZZI
Recensioni: 4/5

Libro ambizioso ma bellissimo che descrive la disillusione, la rabbia e il senso di inutilità di noi over 50 rivisitando e ridimensionando i falsi miti con cui siamo cresciuti. Il miglior libro italiano da me letto negli ultimi 10 anni.

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Francesco Pecoraro

1945, Roma

Lavora come architetto urbanista presso il comune di Roma, dove vive.Scrive da una ventina d'anni, poesie, saggi su arte e architettura pubblicati da riviste specializzate e racconti.Ha pubblicato i racconti di Dove credi di andare (Mondadori, 2007; Premio Napoli e Premio Berto), le poesie di Primordio vertebrale (Ponte Sisto, 2012) e Questa e altre preistorie (Le Lettere, 2008), che racchiude le prose del suo Tash-blog.Con il suo romanzo La vita in tempo di pace è stato candidato al Premio Strega 2014. Nel 2019 esce per Ponte alle Grazie il suo nuovo libro: Lo stradone.

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