La protagonista, che vive in solitudine, rievoca in modo lucido e accorato il proprio passato e quello della sua famiglia. Sembrava destinata a un futuro splendido questa Chiara D'Auria così amata dalla madre e da tutta la sua famiglia ma "... io fui una bambina che, nella grande prova dell'amore, non seppe raccogliere la sfida riconducendo ad un'unica trama i destini dei propri amati: questa è la colpa che mi ha segnata fin dall'infanzia ..." Un libro bellissimo che ha vinto il Premio Strega nel 1995.
Solitario come un'autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicato romanzo intreccia le storie di una comunità e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. Riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre Anita, il padre Francesco, la zia Peppina, il cugino Saverio... Sullo sfondo di un Sud tanto avvolgente e aspro quanto vitale e dolce, Chiara guida, da una vecchiaia vissuta fuori dal tempo nel turbinare dei suoi fantasmi, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza.
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Edizione:3
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Anno edizione:1999
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